Come riconoscere un leader tossico e pericoloso per la nostra salute mentale? Ecco alcuni segnali da non sottovalutare
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Avere una relazione serena e proficua con il proprio capo o datore di lavoro è una chimera per molti irrealizzabile. Troppo spesso si è vittime di un capo egoista, arrogante, che sfrutta i propri dipendenti e li tiene soggiogati a suon di minacce e psicologia del terrore.
È ovvio che il capo debba avere il polso duro, perché da lui dipendono grandi responsabilità, ma questo non giustifica un atteggiamento tossico nei confronti dei propri dipendenti.
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Come riconoscere un leader tossico
Il confine tra l’uso positivo del potere da parte di un leader e l’abuso di potere è estremamente sottile, ed è compito del dipendente riconoscere di stare vivendo in una situazione di sfruttamento tossico.
Ecco i tre principali “segnali-spia” che possono aiutarci a riconoscere un capo egoista e non attento al benessere dei suoi dipendenti prima che a quello della sua azienda.
Si crea “nemici”
Un capo dispotico ed egoista non piace a nessuno – e non deve sorprendere se tutte le collaborazioni, anche quelle più strette, non si trasformino in un’amicizia fuori dal contesto lavorativo.
In un ambiente di lavoro sano ed equilibrato, il capo è visto come una guida, un punto di riferimento, una persona esperta a cui chiedere consigli – non certamente come un nemico da evitare e mettere al bando.
Al contrario, se parlare con il capo ci mette ansia e paura, e se evitiamo di frequentarlo fuori dal lavoro, forse è perché si tratta di una persona tossica.
Chiede lealtà incondizionata
Un leader tossico pretende obbedienza cieca da parte dei dipendenti, non ammette opinioni diverse dalla propria e impedisce a tutti di mettere in discussione le proprie decisioni. Chiunque sia in disaccordo con lui viene minacciato, punito o ostracizzato.
Governa con la paura
Ma come fa a ottenere il pieno appoggio da parte dei suoi dipendenti e l’incondizionata fedeltà? Semplice: governa utilizzando strategie di terrore e inculcando paura in chiunque ha a che fare con lui.
Minacce, terrorismo psicologico, strategie vendicative sono l’unico modo che un leader tossico conosce per “conquistare” l’obbedienza e il rispetto dei suoi dipendenti – non ritiene necessario instaurare una relazione sana con i suoi collaboratori.
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