Google ha accettato di pagare 118 milioni di dollari per risolvere una causa in cui gli si imputava di aver discriminato le donne in termini di retribuzione e promozioni
Sono 118 i milioni di dollari, pari a meno di 115mila euro: tanto varrebbe l’inserimento lavorativo di donne in mansioni di livello inferiore rispetto agli uomini ugualmente qualificati, con una retribuzione conseguente più bassa. È quanto accade negli Stati Uniti, dove Google ha optato per la transazione in procedimento aperto 5 anni fa da alcune ex dipendenti che si ritenevano demansionate.
Si tratta di un accordo che conclude un’azione collettiva alla Corte Superiore di San Francisco avviata nel 2017 da tre ex dipendenti donne che hanno affermato che il gigante della tecnologia, un’unità di Alphabet Inc., le avrebbe inserite in livelli di lavoro inferiori rispetto ai maschi con una qualifica simile, comportando a una retribuzione inferiore.
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In più, le donne hanno accusato la società di aver negato loro delle promozioni o il passaggio ad altri team che consentisse un avanzamento di carriera e ora l’accordo legale riguarderebbe circa 15.500 dipendenti donne con 236 mansioni che hanno lavorato in Google California dal 14 settembre 2013.
Già un anno fa, Google aveva accettato di dare 3,8 milioni di dollari al Dipartimento del Lavoro degli USA contro le accuse di discriminazione nei confronti delle donne e delle persone asiatiche. La maggior parte del denaro era destinata a risarcire 2.565 donne impiegate da Google in posizioni di ingegneria, oltre alle quasi 3mila candidate donne e asiatiche che non selezionate per quelle posizioni.
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Fonte: WSJ
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