Smart working, addio: non ci sarà più nessuna proroga sul lavoro agile per i genitori con figli under 14 e i lavoratori fragili del settore privato. Cosa cambia dopo il 31 marzo?
Si avvia verso la conclusione l’era dello smart working, che si è rivelato comodo per tanti italiani (e ha avuto anche un impatto positivo sull’ambiente). Come già avvenuto per dipendenti pubblici, per i quali lo stop era già arrivato il 31 dicembre 2023, anche chi opera nel settore privato dovranno rinunciare al lavoro agile e tornare in presenza in ufficio.
Infatti, questa modalità, ampiamente utilizzato a seguito dello scoppio della pandemia, secondo il Governo non può più essere considerato uno “strumento emergenziale”.
“Superata la fase emergenziale, si è proceduto a un progressivo rientro in presenza e, dunque, alla riduzione del ricorso massivo all’utilizzo del lavoro agile, che da strumento emergenziale si è progressivamente riappropriato della sua reale natura di strumento organizzativo e di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro” spiega il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani.
Grazie al Decreto Anticipi, questa possibilità era stata estesa fino al 31 marzo 2024 per i lavoratori fragili e per i genitori con figli di età inferiore ai 14 anni, ma a partire da questa data non ci sarà più alcuna proroga.
A chi viene concessa la proroga fino al 31 marzo e cosa succede dopo
Più nel dettaglio, è stato concesso di lavorare in modalità smart working soltanto a uno dei due genitori (che non percepiscono aiuti statali) con almeno un figlio sotto i 14 anni convivente o con figli disabili, senza limiti di età. Invece, fra i lavori fragili rientrano i lavoratori affetti da determinate patologie e più esposte al rischio Covid-19 (in questo caso la condizione va accertata tramite certificato rilasciato dal medico).
Per tutelare queste categorie era stato presentato dal Movimento 5 Stelle l’emendamento al decreto Milleproroghe, che prevedeva una proroga del lavoro agile fino al 30 giugno 2024 e di renderlo strutturale per i genitori di figli con disabilità grave (sia nel pubblico che nel privato). Le proposte, però, sono state bocciate.
Ciò significa che lo smart working non sarà mai più ammesso? Non esattamente. Dal 1° aprile 2024 i datori di lavoro e i lavoratori dipendenti possono stipulare accordi individuali per disciplinare il rapporto di lavoro da remoto, come previsto da una legge (la 81 del 2017) precedente al periodo della pandemia.
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Fonte: Gazzetta Ufficiale/Ministero del Lavoro
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