Cosa succede se un figlio viene posto in quarantena (e quando si ha diritto al congedo Covid al 50%)

Ma cosa succede se un figlio viene posto in quarantena? Cosa spetta al genitore lavoratore? Ecco cosa prevede la legge

Con poche eccezioni, le scuole italiane sono ancora aperte, nonostante l’aumento esponenziale del numero di contagi. Diversa la situazione per gli studenti della secondaria di secondo grado tornati parzialmente, e a breve totalmente, alla didattica a distanza.

Ma cosa succede se un figlio viene posto in quarantena? Cosa spetta al genitore lavoratore?

Una domanda che in questi giorni si stanno ponendo in tanti. La prima cosa da fare resta quella di contattare il pediatra per capire se e quando è necessario sottoporre il proprio figlio al tampone.

In ogni caso, a stabilire se una persona deve essere posta in quarantena è la Asl di competenza, dopo aver accertato un contatto diretto con un positivo al coronavirus. Contatto che può avere luogo non solo a scuola. ma anche durante lo svolgimento di attività sportive o ricreative, laddove ancora presenti. Può succedere e sta accadendo.

Cosa fare se nostro figlio è in quarantena

Lavoro agile e congedo Covid per la quarantena scolastica dei figli

Secondo quanto stabilito dal decreto legge n.11 dell’8 settembre 2020, un genitore lavoratore dipendente con un figlio minore di 14 anni può svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile per tutto o parte del periodo corrispondente alla durata della quarantena.

Tuttavia, se la sua prestazione lavorativa non può essere svolta in smart working, uno dei genitori, alternativamente all’altro, può astenersi dal lavoro per tutto o parte del periodo corrispondente alla durata della quarantena del figlio e ottenere il cosiddetto congedo Covid, con una retribuzione pari al 50% rispetto a quella normalmente goduta. Ciò sarà valido fino al 31 dicembre 2020, salvo proroghe.

La circolare 116 dell’INPS, pubblicata il 2 ottobre, aggiunge però un altro aspetto non esplicitato dalla legge. Quest’ultima infatti prevedeva che il congedo e il lavoro agile potessero essere legate ai contatti scolastici, quindi alle quarantene scattate per contatti con soggetti positivi avuti a scuola. Ma l’Inps ha precisato che esso può essere avvenuto anche durante le attività esterne.

In ogni caso, è necessario che sia la Asl a disporre la quarantena, non basta un isolamento volontario. Inoltre, il congedo Covid per quarantena scolastica dei figli è incompatibile con la contemporanea (negli stessi giorni) fruizione del congedo parentale per lo stesso figlio da parte dell’altro genitore convivente con il minore. Resta fermo che nei giorni in cui non si fruisce del congedo COVID-19 per quarantena scolastica dei figli, è possibile fruire di giorni di congedo parentale. E’ incompatibile anche coi giorni di riposo e non può essere fruito se l’altro genitore convivente con il minore sia disoccupato o comunque non svolga alcuna attività lavorativa o se sia in modalità di lavoro agile.

Tale misura inoltre riguarda solo i lavoratori dipendenti, non quelli autonomi né gli iscritti alla gestione separata.

Il congedo può essere richiesto qui, seguendo le indicazioni fornite dall’Inps

Le novità introdotte dal Decreto Ristori, pubblicato in GU

Inoltre, il decreto Ristori pubblicato il 28 ottobre scorso in gazzetta Ufficiale, ha stabilito che se la scuola chiude o i bambini sono in quarantena, i genitori possono chiedere smart working e congedo Covid se hanno figli fino a 16 anni, non 14 come inizialmente previsto.

Altra novità introdotta dal Decreto riguarda lo smart working che può essere riconosciuto non solo in caso di positività del figlio e quindi di isolamento obbligatorio ma anche in caso di quarantena per contatto con soggetto positivo. La modalità di lavoro agile può essere richiesta anche quando è la scuola a optare per la Dad, la didattica a distanza).

Quando può rientrare in classe

Sarà sempre la Asl a stabilire le modalità di rientro, decidendo se fare o meno il tampone al bambino. E’ la nuova Circolare del Ministero della Salute del 12 ottobre 2020 ad aggiornare le indicazioni riguardo la durata e il termine dell’isolamento e della quarantena. In linea di massima, se non è insorto alcun sintomo, allo scadere del 14esimo giorno, la Asl potrà disporre il ritorno a scuola, oppure al 10° giorno potrà sottoporre il bambino al tampone. Nel caso di esito negativo, potrà così tornare in classe. Purtroppo su questo, sono sempre più le segnalazioni di tamponi fissati anche oltre i 14 giorni previsti per i contatti di positivo asintomatici…

“I contatti stretti di casi con infezione da SARS-CoV-2 confermati e identificati dalle autorità sanitarie, devono osservare: un periodo di quarantena di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso un periodo di quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo effettuato il decimo giorno” spiega il Ministero riferendosi ai cosiddetti ‘contatti stretti asintomatici’.

E se si è positivi?

“Le persone asintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo (10 giorni + test)” prosegue.

In questo caso, comunque, è sempre la Asl che deve indicare i tempi per il rientro.

Cosa fare e casa

Di norma, chi è in quarantena o in isolamento per sospetto o confermato Covid-19 deve stare lontano dagli altri familiari, se possibile in una stanza singola ben ventilata e non deve ricevere visite. Difficile se si tratta di un minorenne e in particolare di un bambino piccolo. In questo caso, si deve cercare di mantenere il distanziamento, usare le mascherine anche in casa e favorire la circolazione dell’aria, tenendo spesso aperte le finestre.

“Le mani vanno accuratamente lavate con acqua e sapone o con una soluzione idroalcolica dopo ogni contatto con il malato o con il suo ambiente circostante, prima e dopo aver preparato il cibo, prima di mangiare, dopo aver usato il bagno e ogni volta che le mani appaiono sporche. Stoviglie, posate, asciugamani e lenzuola devono essere dedicate esclusivamente alla persona malata. Devono essere lavate spesso con acqua e detersivo a 60/90 °C. Le superfici toccate frequentemente dalla persona malata devono essere pulite e disinfettate ogni giorno” conclude il Ministero.

Qui l’infografica del Ministero della salute che indica cosa fare se un familiare è in isolamento domiciliare.

Fonti di riferimento: DECRETO-LEGGE 28 ottobre 2020, n. 137, Ministero della salute, GU Serie Generale n.223 del 08-09-2020, Inps

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