La petizione per scongiurare che il congedo di paternità venga eliminato a partire dal 1 gennaio 2019 come prevede la prossima legge di stabilità
La petizione per scongiurare che il congedo di paternità venga eliminato a partire dal 1 gennaio 2019 come prevede la prossima legge di stabilità. La raccolta firme propone non solo di renderlo strutturale, ma di estenderlo anche a 10 giorni.
Se non riceverà finanziamenti attraverso la prossima Legge di stabilità, dal primo gennaio 2019 il congedo di paternità non sarà più garantito. La misura che dal 2018 è stata estesa a 4 giorni, quindi, corre il rischio di non essere più applicata.
È per questo che l’associazione noprofit “Progressi” ha lanciato una petizione che chiede di rendere strutturale questa misura ed estenderla da 4 a 10 giorni.
“Chiediamo che questa misura sia resa STRUTTURALE e che venga aumentata a 10 giorni nei primi 5 mesi di vita dei neonati, come già avviene con successo in altri paesi europei“
Il rischio è che se non verranno rifinanziati attraverso la prossima Legge di stabilità, i 4 giorni obbligatori di astensione dal lavoro per i neo papà non saranno retribuiti.
Cos’è il congedo di paternità
È una misura istituita nel 2012 dalle legge 92, ampliata poi da 2 a 4 giorni dalla Legge di bilancio del 2017. Si rivolge ai padri lavoratori dipendenti entro il quinto mese di vita del figlio (nato dal primo gennaio 2018), quindi sono giorni che possono coincidere anche con la maternità. A questi quattro giorni se ne può aggiungere un quinto facoltativo, di cui si può fruire solo se la madre rinuncia a un giorno del suo congedo. Durante il periodi di congedo il padre ha diritto al 100% della retribuzione che è a carico dell’Inps.
“In Italia nascono meno bambini di quanto le persone desiderino e meno di quanto sarebbe auspicabile per dare basi solide al futuro del nostro paese, ormai in accentuato invecchiamento – spiegano i promotori della petizione. Sappiamo che per invertire questa tendenza, in modo che maternità e paternità siano scelte libere, né destino né rinuncia, servono investimenti pubblici coerenti e a lungo termine, e serve l’effetto moltiplicatore dell’aumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro. In particolare, serve destinare più risorse alla cura e alla crescita dei bambini, promuovere il lavoro dei giovani e delle giovani e, soprattutto, incentivare e sostenere la condivisione delle responsabilità familiari tra madri e padri”.
Per firmare la petizione clicca qui.
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Germana Carillo