La Spagna è il primo Paese al mondo in cui donne e uomini hanno lo stesso congedo parentale per la nascita di un bambino

Dal 1° gennaio la Spagna è il primo Paese al mondo in cui i congedi di paternità diventano equivalenti a quelli di maternità.

Dal 1° gennaio la Spagna è il primo Paese al mondo in cui i congedi di paternità diventano equivalenti a quelli di maternità: donne e uomini avranno d’ora in poi lo stesso permesso per la nascita di un bambino, una licenza uguale di 16 settimane, non trasferibile e pagata al 100%. La chiave di svolta è “uguali diritti”: un traguardo storico che cerca di cambiare i ruoli di genere e colmare i divari occupazionali. Ma c’è chi non è contento.

Il 2021 appena iniziato è dunque l’anno in cui in Spagna culmina la riforma del congedo di paternità, che fu varata nel marzo 2019 dal Governo. Da allora, il congedo di paternità è gradualmente aumentato alle 16 settimane, divenendo di fatto uguale a quello della madre.

Anche se il cambiamento è anche nominale: si tratta ora di permessi di nascita, termine più inclusivo, che sottolinea che sono permessi per la cura di un bambino che nasce o che viene adottato o accolto, tra l’altro indipendentemente dal sesso dei genitori.

In questo modo, entrambi i genitori potranno condividere insieme le prime 6 settimane di congedo, che coincidono con il primo mese e mezzo di vita del bambino. Le successive 10 settimane sono volontarie, i genitori potranno decidere se utilizzarle a tempo pieno o condividerle tra loro.

Come funzionano i congedi per l’arrivo di un bambino in una famiglia spagnola, è tutt’oro quel che luccica?

Licenze remunerate al 100% e non trasferibili, cioè se non ne gode il genitore titolare si perdono due fattori fondamentali – secondo gli esperti servirebbe a incoraggiare gli uomini a usarle -, e che pongono la Spagna in prima linea in questo tipo di diritti.

Per la sociologa Constanza Tobío, questo provvedimento segna la fine di un percorso in termini di permessi. “Trasmette il messaggio che i genitori hanno il diritto e l’obbligo di prendersi cura, esattamente nelle stesse condizioni e agli stessi termini delle donne”, sostiene su El Pais.

Le caratteristiche di questo permesso pongono così la Spagna davanti al resto dei Paesi europei, compresi i paesi nordici, dove le licenze esclusive per il padre sono di 12 settimane e pagate all’80%. In queste regioni, la durata totale tra entrambi i genitori supera quella spagnola, poiché di solito includono diverse settimane in cui possono prendere congedo o l’uno o l’altro.

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Nell’Europa settentrionale ci sono permessi più lunghi, ma poiché sono trasferibili, di solito vengono utilizzati dalle donne e alla fine è una trappola”, spiega María Pazos, della Piattaforma per i permessi di nascita e adozione uguali e non trasferibili (PPiiNA) .

Eppure, sebbene la PPiiNA abbia promosso questo diritto in Spagna, critica alcuni punti, come il fatto che le prime sei settimane debbano essere prese contemporaneamente e che le restanti 10 settimane saranno godute, secondo il testo, “a tempo pieno o part-time, previo accordo” con l’azienda, il che non garantirebbe di fatto il diritto dei genitori di farlo quando e come decidono (dopo quelle sei settimane obbligatorie congiunte, gli uomini potrebbero essere costretti a non prendere il resto del congedo o a farlo part-time).

In più, ci sarebbero questioni in sospeso, come la difficoltà di raggiungere i sei mesi di allattamento al seno esclusivo raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità con i soli quattro mesi di congedo di maternità.

Abbiamo bisogno di una riformulazione delle cose relative alla cura, alla genitorialità e al lavoro. Nonostante l’accettazione del congedo sia positiva tra gli uomini, le donne continuano ad essere le più attente alle riduzioni dell’orario di lavoro per motivi di cura”, riferiscono alcune fonti spagnole.

Alcuni, insomma, ritengono che questa riforma non risolva di fatto il conflitto tra la maternità e il mercato del lavoro. Ma in Italia come stiamo messi?

Con l’ultima legge di bilancio, in Italia il congedo di paternità è stato esteso a 10 giorni: chi diventa papà nel 2021 avrà diritto a 10 giorni di congedo obbligatorio retribuito al 100%. Il nostro Paese si è così adeguato ad una direttiva europea del 2019 che fissava a 10 giorni lo standard minimo comunitario.

Fonte: El Pais

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