Arriva il Bonus Natale 2024, 100 euro in più sulla tredicesima (ma i requisiti sono stringenti)

Il Bonus Natale 2024 prevede l’erogazione di 100 euro netti da aggiungere alla tredicesima per chi ha un reddito non superiore a 28.000 euro.

Il governo ha dato il via libera al Bonus Natale 2024, un’iniziativa a sostegno dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi. Questo emendamento, inserito nel decreto Omnibus, prevede un’erogazione una tantum di 100 euro netti, da aggiungere alla tredicesima mensilità.

La misura, che sostituisce il precedente Bonus Befana, è destinata a dipendenti con un reddito complessivo annuo non superiore a 28.000 euro lordi, che abbiano un coniuge e almeno un figlio fiscalmente a carico. L’importo sarà totalmente esentasse e non concorrerà alla formazione del reddito complessivo del lavoratore, garantendo quindi i 100 euro netti.

Una delle caratteristiche principali di questa misura è che non sarà automatica, ma richiederà un’espressa richiesta da parte del lavoratore. Il dipendente dovrà infatti dichiarare per iscritto di avere diritto al bonus, fornendo il codice fiscale del coniuge e dei figli. Solo in seguito a questa dichiarazione, il datore di lavoro potrà includere i 100 euro nella tredicesima.

Non mancano le critiche alla misura

L’ammontare dell’indennità dipenderà dal periodo di lavoro effettivo durante l’anno. Per esempio, un lavoratore assunto a metà anno non riceverà l’importo completo di 100 euro, ma una quota proporzionale ai mesi di servizio svolti. Un impiegato che ha lavorato solo otto mesi riceverà circa 66 euro. I datori di lavoro, in qualità di sostituti d’imposta, saranno responsabili della verifica del diritto al bonus e, in caso di errore, si occuperanno del recupero dell’importo non dovuto.

Viste le sue caratteristiche, il Bonus Natale non è privo di critiche. Esclude, infatti, alcune categorie di lavoratori, come i conviventi, i genitori single o separati che non risiedono con i figli, e le coppie non sposate, comprese quelle in unione civile.

Questa restrizione ha suscitato polemiche, poiché esclude proprio quelle famiglie che spesso si trovano in condizioni economiche più vulnerabili. Le critiche evidenziano un aspetto ideologico nell’inserimento del requisito del matrimonio, che potrebbe creare disuguaglianze tra famiglie. Nonostante queste limitazioni, il governo conta su questa misura per offrire un sollievo ai redditi più bassi, in attesa di ulteriori interventi strutturali con la prossima legge di bilancio.

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