Entro la fine del mese di marzo il testo definitivo dovrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri. Intanto, fino ad agosto, si potrà ancora inoltrare domanda per il Rdc, ottenendo però il beneficio al massimo fino alla fine del 2023
Si chiamerà Mia, Misura di inclusione attiva, andrà a sostituire il reddito di cittadinanza e dovrà garantire sussidi a famiglie povere senza persone occupabili, ma anche a famiglie con persone in grado di lavorare al di sotto di un certo reddito.
Si tratta della nuova manovra di sostegno contro la povertà ora sul tavolo del ministero del Lavoro.
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Ma di cosa si tratta nello specifico?
Quali saranno gli importi e chi i beneficiari
L’importo base di 500 euro non sarà messo a disposizione di tutti i cittadini. I beneficiari saranno suddivisi in due categorie: famiglie povere con soggetti senza possibilità di accesso lavorativo e famiglie povere con persone occupabili.
Alle prime (con un minorenne o un anziano over 60 oppure disabile) andranno i 500 euro di base. Alle altre, in cui ci dovrà essere essere un soggetto compreso tra i 18 e i 60 anni di età che beneficia dell’attuale Rdc con durata di 7 mesi o comunque entro il 31 dicembre 2023, verrà riservato un assegno di 375 euro mensili (in questo caso il beneficio sarà quindi ridotto del 25%).
Quanto alla durata del sussidio, per le famiglie con non occupabili la Mia dovrebbe essere estesa fino a 18 mesi, con una riduzione fino a 12 mesi a partire dalla seconda domanda. Per gli occupabili, invece, non si dovrebbe andare oltre i 12 mesi-
Come accedere alla Mia
Non cambia molto: come con il reddito di cittadinanza, anche per accedere alla Mia sarà necessario presentare un ISEE.
Per ottenere la Mia (da richiedere all’Inps con modalità telematiche) si dovrà essere cittadini italiani o di un Paese dell’Unione europea con diritto di soggiorno permanente o cittadini di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo. Al momento della presentazione della domanda, bisognerà essere stati residenti in Italia da almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo (a differenza dei 10 richiesti per il reddito di cittadinanza).
Il valore dell’Isee non dovrà superare i 7.200 euro (ridotto rispetto ai 9.360 del Rdc). Il valore del reddito familiare deve essere inferiore ad una soglia di 6mila euro annui moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. Quanto alla scala di equivalenza, infnine, si arriva al massimo a 2,1 (2,2 se c’è un disabile) ma i minori non sono considerati. Per loro e per i maggiorenni per i quali la famiglia percepisce l’assegno unico arriverà una quota fissa di 50 euro al mese per figlio.
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