L'etanolo rilasciato dalla fermentazione del whisky permette la proliferazione di un fungo infestante che sta diventando una vera dannazione per coloro che abitano vicino alla fabbrica
Un gruppo di residenti della contea di Lincoln, in Tennessee, ha intentato un’azione legale ai danni della Jack Daniel’s, accusando l’azienda produttrice del famoso whisky di essere responsabile di una vera e propria invasione da parte di…un fungo.
Baudoinia compniacensis (detto anche “fungo del whisky”) è un fungo che si nutre di etanolo e che, pertanto, prospera in ambienti saturi di fumi dell’alcol – come distillerie, birrifici e forni per il pane. Si presenta come una patina viscida e scura sulle superfici, difficile da debellare.
Con il fiorente business della Jack Daniel’s e gli interessi dell’azienda a espandersi con nuovi magazzini per la conservazione del whisky, questo fungo sta diventando una minaccia sempre più grave per i residenti.
Una patina fuligginosa ha ricoperto ogni cosa nell’area adiacente alla fabbrica di liquore (che ospita circa 35.000 residenti): case, automobili, segnali stradali, mangiatoie per uccelli, mobili da giardino e persino alberi e piante.
Alla testa del gruppo di accusatori c’è Christi Long, proprietaria di un locale per eventi che si trova proprio a qualche centinaio di metri dai magazzini del noto whisky, che lamenta le continue invasioni del fungo.
Dopo aver investito ingenti somme di denaro in attività di bonifica del suo locale, per provare a debellare il fungo infestante, la signora Long si è risolta a denunciare l’ufficio che ha concesso alla Jack Daniel’s i permessi per la costruzione dei magazzini che, a suo dire, non avrebbero fatto tutti gli opportuni accertamenti del caso.
Il tribunale della contea ha accolto la richiesta di Long e degli altri cittadini che si sono uniti alla sua “crociata”, e ha disposto il blocco della costruzione del nuovo magazzino poiché le procedure di autorizzazione non erano mai state completate in maniera corretta.
Una vittoria molto piccola, visto che gli altri magazzini dell’azienda sono ancora operativi e continuano a rilasciare nell’aria etanolo, difettando di appositi filtri per la pulizia dell’aria. La controversia giudiziaria, intanto, si prospetta ancora molto lunga e complessa.
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Fonte: New York Times
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