Ultimo, il cantante dalla parte degli ultimi per sentirsi primo: storia di un talento che dalla periferia ha conquistato l’Italia

Ultimo è in gara al Festival di Sanremo con il brano Alba. Alla sua terza partecipazione, Niccolò Moriconi punta al successo che gli è sfuggito nel 2019. Ma chi c’è veramente dietro questo ragazzo che ha infranto tutti i record?

Con la partecipazione al Festival di Sanremo 2023 con il brano Alba, si può dire che quest’anno Ultimo tornerà sul luogo del delitto, quello che da una parte l’ha consacrato e dall’altra l’ha fatto finire al centro delle polemiche. E lo fa, di nuovo, come uno dei papabili vincitori. All’anagrafe Niccolò Moriconi, classe 1996, nato e cresciuto fieramente a Roma nel quartiere San Basilio, è il ragazzo dei record. Fin da piccolo suona il pianoforte, frequenta il conservatorio e verso i 14 anni inizia a scrivere canzoni.

Prova il mondo dei talent come Amici e X-Factor, si esibisce sui palchi dei locali romani, inizia a farsi conoscere con alcuni suoi testi su YouTube e nel 2017 apre il concerto di Fabrizio Moro al PalaLottomatica a Roma. Il successo, quello vero, arriva però – come detto – sul palco dell’Ariston.

Nel 2018 è lui a vincere la categoria “Nuove proposte” con Il ballo delle incertezze, che in pochi giorni diventerà una hit radiofonica. Da lì in poi è un turbinio di emozioni e di record infranti: il primo tour di Ultimo fa sold out in ogni tappa e Ultimo inizia a far uscire una serie di successi uno dopo l’altro.

Il caos Sanremo 2019 e tre anni di successi uno dopo l’altro

Nel 2019 ritorna a Sanremo, da vincitore annunciato, ma arriva secondo con I tuoi particolari, battuto dal finalista di Sanremo Giovani Mahmood. E qui scoppia la polemica. Il pubblico, infatti, aveva scelto in massa Niccolò come vincitore, ma la sala stampa ha ribaltato il risultato.

I nervi per il giovane romano, dopo una settimana in cui tutti scommettevano su di lui, sono a fior di pelle e in conferenza stampa vola qualche parola di troppo proprio nei confronti dei giornalisti. Sembrava che quella circostanza avesse messo una pietra sopra ad una futura partecipazione al Festival e invece eccolo di nuovo tra i partecipanti annunciati da Amadeus.

Nel frattempo, dal 2019 ad oggi, Niccolò ha conquistato tutto quello che si poteva conquistare: altri tre album andati a ruba – a lungo i suoi primi tre dischi sono stati nella top ten italiana – un tour nei Palasport, un tour negli stadi (il più giovane di sempre), una data finale nella sua Roma sul palco dei “grandi” della musica al Circo Massimo e un secondo tour negli stadi previsto per la prossima estate. Millennials, Gen-Z e Gen-X si rivedono in lui e nei suoi testi intensi, pieni di rabbia, di frustrazione e di voglia di rivincita.

Perché Ultimo ha scelto questo nome d’arte?

Ma chi c’è veramente dietro questo successo? Chi è davvero Niccolò? Cominciamo dal nome d’arte, che già dice molto: Ultimo. Ha scelto proprio Ultimo perché voleva:

Far capire subito per chi scrivo: per coloro i quali non hanno un domani sicuro, che sono incerti, che ammettono di essere fragili e non hanno paura di sentirsi persi. Ultimo è una condizione in cui mi sono sentito e in cui mi sento tuttora.

C’è una frase che sia lui che i suoi fan ripetono come un mantra ed è tratta dalla sua canzone Sogni Appesi, risalente al primo album Peter Pan:

Da quando ero bambino, solo un obiettivo: dalla parte degli ultimi, per sentirmi primo.

Il perché del suo successo: canzoni non solo cantate, ma anche vissute

Un tema che ricorre spesso nei suoi brani. Niccolò non ha mai nascosto di essere stato spesso emarginato, messo da parte ad esempio per il fatto di essere stato un ragazzo della borgata iscritto al conservatorio. Poi c’è il quartiere da cui proviene, uno dei più difficili di Roma, dove tanti ragazzi crescono per strada e qualcuno prende la strada sbagliata. Anche nella canzone vincitrice di Sanremo Giovani Il ballo delle incertezze ritroviamo questo filone:

È un brano che rappresenta chi non ha un domani nella società; chi ha più domande che risposte; chi ha perso rischiando. È il mio ennesimo attestato che tende la mano a chi è stato emarginato.

La forza dei pezzi di Ultimo, probabilmente, sta proprio qui: nel fatto che ciò che canta è anche ciò che vive o ha vissuto. E così decine di migliaia di ragazzi con storie simili si rispecchiano perfettamente nelle sue canzoni, da cantare a squarciagola o da sussurrare. Lui stesso ha spiegato:

Io vivo quello che racconto. Quando la vita scritta va in parallelo con quella vissuta, si sente benissimo. Anche perché quando c’è finzione la gente se ne accorge e giustamente non trova più motivi per seguirti. Allo stesso tempo cerco di dare sempre una visione vera (seppur nera) e lasciare sempre una finestra aperta nelle canzoni.

E così un ragazzo “nato ai bordi di periferia” ha conquistato tutti, dando voce a chi – in un mondo sempre più divisivo ed emarginante – voce non ha mai avuta. Non per nulla Ultimo nella serata delle cover si esibirà – tre anni dopo aver condiviso il palco con l’amico fraterno Fabrizio Moro (i due provengono anche dallo stesso quartiere) – con un altro ex ragazzo “nato ai bordi di periferia” diventato “grande”, Eros Ramazzotti. Riuscirà questa volta a far breccia anche sulla sala stampa e portarsi a casa quel primo posto tanto rimpianto nel 2019?

Il testo del brano di Ultimo in gara a Sanremo 2023, Alba:

Amo l’alba perché è come fosse solo mia
Mi rilassa respirare l’aria pure tua
Amo l’alba perché è come fosse una bugia
Mi rilassa quanto basta, ma tu poi vai via
E t’immagini se fossimo al di là dei nostri limiti,
Se stessimo di fianco alle abitudini
E avessimo più cura di quei lividi?
Saremmo certo più distanti, ma più simili
E avremmo dentro noi perenni brividi
T’immagini se tutto questo fosse la realtà?
Amo l’alba perché spesso odio la vita mia
Camminando senza meta in questa strana via
Amo l’alba perché è come una sana follia
Puoi capirla se la senti e non mandarla via
E t’immagini se tutto stesse sopra i nostri limiti
E credessimo ai sorrisi come i comici,
Se non dovessimo parlare per conoscerci,
Se non amassimo soltanto i nostri simili?
Forse avremmo gli occhi solo per descriverci
Perché uno sguardo, in fondo, basta per dipingerci
Quando vivi un giorno bello ridi e pensami
Ho ascoltato i miei silenzi e ho avuto i brividi
Perché dentro un mio respiro sei tu che abiti
E quando vivi un giorno bello ridi e pensami
A me basta solo questo per non perderti,
Ma t’immagini se tutto questo fosse la realtà?

Leggi tutti i nostri articoli Speciale Sanremo 2023.

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