Tv e giornali italiani non stanno parlando abbastanza della più grave emergenza della nostra epoca: la crisi climatica

Tra TV e giornali cartacei, quanto si parla di crisi climatica? Poco, pochissimo. Anche per questo noi di GreenMe continuiamo a far sentire la nostra voce, libera e indipendente, e a essere gli unici nella Top 100 Informazione online ad occuparci di ambiente e senza altri aggregati editoriali aggiunti

È la più grave emergenza ambientale dei nostri tempi, eppure di crisi climatica tra i media non c’è traccia nel nostro Paese.

Mentre nelle previsioni meteo della rete tv pubblica francese è in atto piuttosto una vera e propria rivoluzione (i meteorologi illustreranno anche gli effetti dei cambiamenti climatici sul tempo e altre dinamiche che oggi non possiamo più ignorare), quella stessa crisi qui da noi fa fatica a trovare spazio tra le pagine dei giornali e nei palinsesti televisivi.

Leggi anche: Extrapolations: su Apple TV la prima fiction sulla crisi climatica che di fiction ha ben poco

A dirlo sono i risultati dell’analisi periodica commissionata da Greenpeace Italia all’Osservatorio di Pavia, un istituto di ricerca specializzato nell’analisi della comunicazione.

Nel corso del 2022, lo studio ha esaminato ogni quattro mesi tutte le edizioni di prima serata dei telegiornali e un campione di sei trasmissioni televisive di approfondimento su Rai, Mediaset e La7:

  • Unomattina
  • Cartabianca
  • Mattino5
  • Quarta Repubblica
  • L’Aria che tira
  • Otto e mezzo
tg italiani

©Greenpeace

 

tv crisi clima

©Greenpeace

Sono stati esaminati anche gli articoli pubblicati dai cinque quotidiani più diffusi:

  • Corriere della Sera
  • la Repubblica
  • Il Sole 24 Ore
  • Avvenire
  • La Stampa

Risultati:

  • tra settembre e dicembre 2022, i cinque principali quotidiani hanno pubblicato appena 2,5 articoli al giorno sul clima
  • meno del 3% per cento dei servizi dei tg riguarda la crisi climatica
  • in compenso, le pubblicità dei settori più inquinanti sono onnipresenti

Il giornale più attento è Il Sole24ore, seguito da Avvenire: il primo però parla di crisi climatica soprattutto in modo implicito (in 125 articoli sui 282 del quadrimestre), il secondo dà un peso più centrale (in 67 articoli su 214).

crisi clima tv

©Greenpeace

Quanto ai TG, meno del 3% dei servizi dei tg riguarda il clima, con un picco che si è avuto nel periodo della Cop27. I più attenti sembrano essere Tg1 e Tg3, mentre ultimo è il Tg di La7, con appena 17 news in quattro mesi. Cosa ancora più indicativa è che il 92,7% dei servizi non spiega quali siano le cause dei cambiamenti climatici in corso.

È più frequente, anzi, che il clima sia nei programmi televisivi di approfondimento: il tema è presente in 116 puntate sulle 450 monitorate, cioè poco più di una su quattro. Confrontando le trasmissioni, spicca Unomattina di Rai1 con 40 citazioni esplicite e cinque implicite tra settembre e dicembre. Chiudono la classifica le trasmissioni di La7 L’aria che tira e Otto e mezzo, con appena 8 citazioni ciascuna.

Lo studio ha infine monitorato le pubblicità delle aziende energetiche, del settore automotive, delle compagnie aeree e crocieristiche nei 5 quotidiani: tra settembre e dicembre 2022, l’industria dei combustibili fossili, dell’automotive, dei voli aerei e delle crociere ha comprato 532 spazi pubblicitari sui cinque quotidiani monitorati. La media è di oltre sei a settimana: Il Sole24ore e la Stampa ospitano più della metà delle inserzioni totali (rispettivamente 143 e 124). Avvenire è la testata in cui questa presenza è più sporadica, con appena 33 annunci.

pubblicità tv

©Greenpeace

Quelle delle imprese sono anche le voci che, nel 15% dei casi, i giornalisti interpellano per raccontare le notizie legate al clima. Solo politici e istituzioni internazionali hanno più spazio (21% delle citazioni), mentre le associazioni ambientaliste si fermano al 14 per cento e gli esperti al 10%.

Seguici su Telegram Instagram | Facebook TikTok Youtube

Fonte: Greenpeace

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook