Sting suonerà nel carcere di Secondigliano con una chitarra costruita con i resti dei barconi

Sting terrà un concerto top secret per i detenuti del carcere di Secondigliano che danno nuova vita ai resti dei barconi naufragati a Lampedusa

L’amore per il nostro Paese di Sting non è un segreto. Lo è invece l’evento che lo vedrà coinvolto a Napoli, i cui dettagli rimangono top secret in quanto non si tratta di qualcosa di promozionale ma di una buona causa.

Il cantante e musicista, infatti, suonerà nel carcere di Secondigliano mantenendo così la parola data a Antonio Loffredo, l’ex parroco della Basilica del Rione Sanità che una sera a cena gli raccontò le iniziative della Fondazione San Gennaro.

La promessa mantenuta

I due parlarono della formazione dei detenuti e di come realizzavano ostie e rosari e non solo. All’interno del penitenziario è attivo un laboratorio del legno in cui, a partire dai resti dei barconi naufragati a Lampedusa, si realizzano violini.

Sting rimase incredulo di come fosse possibile che dalle barche potessero nascere strumenti funzionanti. Di lì la promessa: “Vengo lì e ve li suono”. E dato che ogni promessa è debito, detto fatto: Sting incontrerà chi è detenuto nel carcere di Secondigliano e partecipa al progetto Metamorfosi, della onlus Casa dello Spirito e delle Arti.

Qui riceverà la prima chitarra realizzata dai maestri liutai in collaborazione con i detenuti. Come detto, lo strumento è molto particolare in quanto è realizzato con un materiale che proviene dai viaggi della speranza di chi tenta la fortuna nel nostro Paese, spesso senza neanche riuscire ad arrivarci.

Sting suonerà anche la nuova versione di Fragile, brano iconico

Proprio con questa chitarra Sting suonerà, tra le altre, una nuova versione della sua hit del 1998 Fragile. Farà parte del suo secondo album da solista, Nothing Like the Sun, ed è stata scritta per ricordare Ben Linder, l’ingegnere civile americano ucciso dai Contras – i controrivoluzionari del Nicaragua – perché era al lavoro su un progetto idroelettrico in quel Paese.

Il pezzo è stato rivisitato con chitarra e quattro archi (già registrati in studio a Milano) e farà parte di un film-documentario dal titolo Posso entrare? An ode to Naples. Una canzone che celebra la non violenza e la poesia e dunque perfetta per il contesto.

Sting, per l’occasione, ha voluto ringraziare pubblicamente don Loffredo, come riporta La Repubblica:

Sono grato a padre Antonio per averci fatto conoscere l’opera e il team di Arnoldo Mosca Mondadori. Credo che gli strumenti creati dalla Fondazione siano una meravigliosa trasformazione del dolore di tanti, rappresentano la bellezza e la dignità insita in tutti gli esseri umani.

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