Il doppiatore di SpongeBob: “è autistico, è il suo superpotere”

Tom Kenny, doppiatore originale di SpongeBob SquarePants, ha rivelato che il personaggio è autistico e questo superpotere lo rende speciale. Lo si può notare nella sua ossessione per il lavoro e nella dedizione meticolosa a ogni attività

Durante il Motor City Comic Con del 2024, Tom Kenny, doppiatore originale di SpongeBob SquarePants, ha rivelato che il celebre personaggio è autistico. Kenny ne ha parlato durante una sessione di domande e risposte, quando un fan autistico ha chiesto a Kenny se SpongeBob potesse essere considerato simile a lui.

Kenny ha risposto di sì, descrivendo l’autismo del personaggio come un superpotere, spiegando che questa caratteristica lo rende unico e speciale. La rivelazione ha ricevuto un caloroso applauso dal pubblico. Non è la prima volta che Kenny parla della neurodivergenza di SpongeBob.

Già nel 2012, durante il podcast “WTF with Marc Maron”, aveva accennato che il personaggio mostrava tratti autistici, come l’ossessione per il suo lavoro e la sua dedizione meticolosa a ogni attività. Questi aspetti del carattere di SpongeBob hanno fatto sì che molti bambini autistici si sentissero rappresentati da lui, identificandosi con il suo modo di essere e con la sua passione per ciò che ama fare.

L’autismo come elemento di forza

La rivelazione di Kenny aggiunge una dimensione nuova e significativa a SpongeBob, che quest’anno festeggia il 25° anniversario. Riconoscere il personaggio come autistico porta con sé un messaggio di inclusione e accettazione, dando ai fan autistici la possibilità di vedersi rappresentati in un contesto mediatico ampio e popolare. L’autismo, visto come un superpotere, diventa un elemento di forza piuttosto che un limite, e questo offre una prospettiva positiva per chi vive con questa condizione.

Kenny ha anche elogiato l’ideatore di SpongeBob, Steve Hillenburg, per aver creato un personaggio così amato e versatile. Secondo lui, Hillenburg ha realizzato un’opera perfetta, capace di parlare a diverse generazioni e a un pubblico eterogeneo. Lo stesso doppiatore ha confessato di sentirsi in sintonia con SpongeBob, riconoscendo una sorta di “DNA condiviso” tra lui e il personaggio.

Questa rivelazione non solo arricchisce la comprensione del personaggio di SpongeBob, ma rafforza anche il suo ruolo come simbolo di inclusività, accettazione e rispetto per la diversità. Il fatto che un cartone animato così popolare possa abbracciare temi complessi come l’autismo dimostra il potere della narrazione di creare connessioni autentiche con il pubblico.

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