Roberto, il cortometraggio contro il body shaming che ci insegna ad andare oltre i “classici” canoni di bellezza

Roberto è un cortometraggio che fa riflettere e mostra quanto i modelli di perfezione possano condizionare fortemente la quotidianità di chi si sente inadatto con il proprio corpo. Una storia d’amore sorprendente e commuovente tra due vicini di casa che evolve dall’infanzia fino all’età adulta con un colpo di scena inaspettato nel finale.

Quanto possono far male le parole o i gesti, soprattutto in tenera età o nell’adolescenza? Quanto possono segnare per sempre la vita delle persone? È questo il messaggio che ci vuole trasmettere Roberto, il tenero cortometraggio che ci insegna ad accettare il nostro corpo così com’è.

Scritto e diretto dalla regista Carmen Córdoba González, ha vinto nel 2021 il Festival internazionale della cinematografia sociale “Tulipani di Seta Nera”, collezionando più di 160 premi e più di 350 selezioni in festival nazionali e internazionali.

È stato candidato come miglior cortometraggio d’animazione ai Goya Awards 2021 ed è risultato uno dei tre finalisti per il miglior cortometraggio ai Quirino Awards 2021 per l’animazione iberoamericana.

Lui la vede bellissima, lei si vede in ben altro modo

Il cartone animato, disponibile gratuitamente in streaming sul portale RaiPlay, prende il via con due bambini: il piccolo Roberto e la sua vicina. Infatuato dalla piccola, Roberto cerca di impressionarla con un disegno che però la mostra con un po’ di “pancetta” che spunta fuori dalla maglietta.

Vedendosi ritratta in questo modo, ben diverso dal poster della classica principessa Disney “perfetta” e magrissima che ha in camera, la vicina ne soffre enormemente e fa cadere il disegno nel vuoto.

Da quel momento e per i successivi 15 anni, Roberto – diventato nel frattempo un pittore – le manda di continuo piccoli disegni di cuoricini su quadratini di carta attraverso il filo del bucato che unisce le loro due camere.

Una finale inaspettato che vi commuoverà

Nonostante i suoi sentimenti siano ben chiari, la vicina continua a vergognarsi di sé, vedendosi sempre più in sovrappeso. Anche quando sembra accettare le sue avances, non può fare a meno di avvilirsi vedendo ritratte nei suoi quadri donne ben più magre di come lei si senta. La sua stanza, tappezzata di foto di modelli corporei perfetti, non fa che acuire il suo senso di inadeguatezza.

Poi, finalmente, Roberto trova il coraggio di invitarla per un caffè, dando vita ad un finale sorprendente che vi farà commuovere e vi lascerà un enorme groppo in gola. Non vi sveliamo troppo, ma sappiate che non tutto è come sembra. Una storia dolcissima che evolve dall’infanzia fino all’età adulta in cui ben emerge il dramma di sentirsi a disagio con il proprio corpo fin da piccoli.

Un cartone che ci insegna e ci deve insegnare tanto

Il cortometraggio, privo di dialoghi, accende i riflettori su un malessere sempre più diffuso al giorno d’oggi: il body shaming. Un fenomeno peggiorato enormemente da canoni di bellezza standard imposti dalla società moderna e dai social e a cui tutti sembra si debbano adattare.

Modelli estetici che esaltano la magrezza, la perfezione, soprattutto nelle donne, e che spingono molto persone ad arrivare a gesti estremi pur di assomigliarci. Un cartone che invita a riflettere e che fa bene al cuore, mostrando una realtà ben diversa di come appare agli occhi di chi è particolarmente fragile e si sente perennemente inadatto.

Una storia da vedere e rivedere, da soli, in famiglia e con i figli per insegnare loro ad apprezzarsi così come sono e a non discriminare gli altri solo perché non rispecchiano alla perfezione quei falsi miti che ci vengono inculcati già dalla tenera età.

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