Michal J. Fox è un’icona di Hollywood tormentata dalla malattia. Il Parkinson l’ha colpito precocemente, a soli 29 anni, mettendolo a dura prova. Sono tanti i retroscena dolorosi che l’attore racconta nel documentario Still: A Michael J. Fox Movie, in cui narra i momenti più difficili della sua vita.
La saga cult Ritorno al futuro è un must che ha attraversato intere generazioni. Merito anche degli attori Christopher Lloyd (il visionario, o “svitato” “Doc) e Michael J. Fox, che interpreta il giovane Marty McFly. Fox, da tutti ritenuto un attore straordinario, da oltre trent’anni lotta contro una diagnosi di Parkinson precoce che lo ha costretto all’allontanamento dalle scene. L’attore da sempre si è distinto per la sua tempra e il suo coraggio e non ha mai mollato, creando anche una fondazione per aiutare altre persone affette dalla malattia come lui.
Tutti noi lo ricordiamo spensierato nei panni di Marty e infaticabile nel combattere il Parkinson. Eppure, c’è anche un lato nascosto di tutto questo. Quello più intimo, privato. Quello caratterizzato da tanta sofferenza, difficoltà e dolore. Ora l’attore che oggi ha 61 anni ha deciso di raccontarsi a cuore aperto nel documentario che ripercorre la sua vita.
Still: A Michael J. Fox Movie è una pellicola dura, onesta, in cui sono sviscerati tutti i momenti più cupi che ha vissuto da quando – all’età di soli 29 anni – ha scoperto di essere affetto dal morbo di Parkinson. E con questo suo ultimo lavoro, Fox lancia un messaggio chiaro e forte: non abbiate paura a chiedere aiuto se vi sentite deboli e feriti.
Il rifugio al alcol e droghe per superare i primi anni di malattia
L’attore nel documentario ha infatti raccontato di come si sia rifugiato in alcol e droghe che “buttavo giù come se fossero caramelle di Halloween, per prevenire i primi sintomi della malattia”, quando ha scoperto quello a cui sarebbe andato incontro. Droghe che riusciva ad assumere in modo che raggiungessero il picco del loro effetto “nel momento e nel luogo giusto”.
I problemi sono stati tanti, anche sul set dove era ricorso ad alcuni stratagemmi per minimizzare i suoi tremori, come tenere sempre in mano gli oggetti di scena. Fox ammette che non c’era nulla di terapeutico in tutto ciò, in quanto lo faceva più per nascondersi a se stesso che per un reale beneficio.
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Poi, fortunatamente e con l’aiuto della moglie Tracy Pollan e dei suoi quattro figli – pian piano ha risalito la china ed è riuscito a smettere di bere. I primi anni senza alcol sono stati una prova difficilissima, ma ora è sobrio da 30 anni.
Un ritorno sulle scene emozionante e commuovente
Interviste, filmati d’archivio e ricostruzioni ripercorrono tutta la sua vita dietro e davanti il grande e piccolo schermo. Una storia emozionante, commuovente, di vera e propria resilienza, e che forse spera di dare forza a chi come lui sta vivendo un dolore simile. Un percorso lungo, anche quello verso l’accettazione della malattia.
Seppur la diagnosi sia arrivata nel 1991 a seguito di alcuni segnali mandati dal proprio corpo, ci sono voluti altri sette anni prima che rivelasse pubblicamente di avere il Parkinson. Non mancano aneddoti più gioviali sulla sua vita privata, sulla giovinezza, sugli esordi, sui rifiuti e sui lavori sottopagati, sull’incontro con quella che sarebbe diventata sua moglie.
Fox non si risparmia sull’autocritica personale, ricordando di aver inseguito il successo a tutti i costi a spese della sua famiglia e nonostante la contrarietà del padre. L’incontro con Hollywood, però, lo aveva stregato e non è più potuto tornare indietro. Finalmente Michael J. Fox – che di Hollywood alla fine è diventato un’icona – è tornato a dire la sua, dopo tanto tempo. Grande Giove!
Fonte: Still: A Michael J. Fox Movie
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