Marcel the Shell: una piccola conchiglia dal grande cuore che saprà emozionarvi profondamente

Marcel the Shell è una storia profonda ed emozionante che vede come protagonista una piccola conchiglia, Marcel, che si ritrova solo con la nonna e senza le altre conchiglie. Grazie alle sue riflessioni ci farà capire l’importanza dell’amicizia, della famiglia e di non essere mai soli

Marcel the Shell, ancor prima di uscire nelle sale, promette di regalare grandi emozioni. Il film d’animazione in stop-motion ci insegna molto, in primis a non dare mai per scontata la presenza degli altri e l’amore verso noi stessi.

Il protagonista insolito della pellicola, candidata agli Oscar e ai Golden Globe, è una conchiglia con un solo occhio, scarpe da ginnastica e una bocca che è solamente una riga disegnata digitalmente sulla parte inferiore del corpo. Nonostante sia microscopico, appena un paio di centimetri, Marcel è in grado di dar vita a pensieri profondissimi, dolci ed estremamente commuoventi.

Tutto è nato da un’idea dell’attrice comica Jenny Slate (la voce di Marcel nella versione originale) e dell’allora marito, il regista Dean Fleischer-Camp. Era il 2010 quando i due iniziarono a dar vita alle avventure di questa conchiglietta sotto forma di cortometraggi.

All’epoca Marcel interagiva con oggetti casalinghi quotidiani che servivano come espediente per raccontare la sua vita sotto forma di piccola creatura in un mondo vastissimo e troppo grande per lui. Anche allora non mancavano le riflessioni sulla vita e sull’universo, rivolte ad un’imprecisata persona presente dall’altra parte dello schermo.

Mai si sarebbero aspettati, pubblicando questi minifilm di quattro minuti su YouTube, che Marcel sarebbe diventato un fenomeno virale con milioni di visualizzazioni.

Marcel si ritrova solo con la nonna, mentre tutte le altre conchiglie che sono sparite

Negli ultimi 13 anni il mondo e la nostra vita sono cambiati, totalmente rivoluzionati e ora, dopo 7 anni di lavori per realizzare un lungometraggio, Marcel è pronto a debuttare sul grande schermo domani.

La conchiglietta continua a usare strumenti come i mixer da cucina o le palline da tennis in modi indubbiamente ingegnosi, come accadeva nei corti, ma ora c’è anche un senso di isolamento e di malinconia che lo accompagna.

Ma perché si è arrivati a tanto? Con una trama che ricorda vagamente alcuni tratti di Toy Story, scopriamo che Marcel faceva parte di un gruppo di conchiglie che viveva nell’abitazione di una giovane coppia.

Poi arriva la classica discussione e l’uomo se ne va di casa, mettendo tutti i suoi effetti personali in valigia. Tra questi c’erano anche i calzini dove “vivevano” quasi tutti i parenti di Marcel che così si è ritrovato da solo con la nonna Connie.

L’abitazione ora è in affitto su Airbnb e vi risiede un regista (interpretato dallo stesso Fleischer-Camp) che – proprio come è accaduto nella vita reale – inizia a girare un documentario su Marcel e sulle riflessioni di questo piccolo mollusco che osserva la vita con lo sguardo innocente di un bambino, ponendosi domande e cercando un senso alle stranezze del mondo umano. Poi, casualmente, lo pubblica su YouTube e diventa estremamente popolare.

Un racconto sul valore dei sentimenti e dei legami affettivi

Ed ecco che arriva il bello: Marcel vuole sfruttare la sua popolarità e ritrovare i parenti dispersi, in modo da potersi finalmente riunire con loro. La fama, però, gioca brutti scherzi e tutti vogliono solo scattarsi dei selfie davanti a casa sua. E nel frattempo la nonna inizia ad avere problemi di memoria.

Da qui comincia una riflessione sulla fama, sulla sua natura effimera e su tutto ciò che ne consegue. Tutto ciò fa però da sfondo al vero tema importante che questo mockumentary che mescola animazione in stop-motion e riprese dal vero: l’importanza di avere amici e persone (o conchiglie) attorno a noi.

La sicurezza che troviamo negli altri, infatti, è una necessità, l’unica cosa che ci aiuta a sopravvivere. Ciò che ne esce è un racconto sul valore dei sentimenti e dei legami affettivi, nonché su quanto sia essenziale cercare la felicità nelle piccole cose.

Un’opera profonda, ma allo stesso tempo leggera che spazia tra reale e immaginario con grande senso di meraviglia. E se siete già commossi per questo messaggio, sappiate che per il finale vi conviene avere tra le mani un bel po’ di fazzoletti.

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