Ghali ha portato a Sanremo un pezzo molto profondo, dietro un’apparenza giocosa e no, quello apparso in platea non era un lamantino ma un alieno venuto da lontano e smarrito di fronte a ciò che accade sul nostro Pianeta
Che ci fa un lamantino a Sanremo? È un po’ quello che tutti abbiamo pensato durante la performance di Ghali. Cantautore mai banale, anche quest’anno – prima volta in gara al Festival – Ghali (al secolo Ghali Amdouni) ha pensato ad un’esibizione molto particolare.
In platea è apparso infatti un pupazzo che somigliava da vicino a un lamantino. In realtà l’idea iniziale avrebbe dovuto essere quella di portare all’Ariston degli alieni. Questo perché il suo pezzo “Casa mia” racconta la chiacchierata tra Ghali e un alieno che non riesce a capire cosa si sta trovando di fronte in un mondo sconosciuto e anche parecchio complicato.
A spiegargli tutto c’è il protagonista del brano – o almeno a provarci. L’io della canzone presenta tutto ciò che vede di bello, dal verde del prato al blu del cielo. Tuttavia porta con sé anche tutte le contraddizioni che ci attorniano al giorno d’oggi in una sorta di Truman show che viene citato anche nella canzone.
Tutti i temi toccati da Ghali: dalla tecnologia alle guerre passando per l’uguaglianza
Ghali riflette in primis sul tema della tecnologia e del suo utilizzo eccessivo, con frasi simbolo come:
Siamo tutti zombie col telefono in mano.
O ancora ci sono i rimandi ai quartieri difficili, come Baggio dove è cresciuto alla periferia di Milano:
Mi manca il mio quartiere, adesso c’è una sparatoria.
Ma il pezzo non può non citare le tante guerre che stanno insanguinando il pianeta. E infatti:
Ma come fate a dire che qui è tutto normale. Per tracciare un confine con linee immaginarie bombardate un ospedale, per un pezzo di terra o per un pezzo di pane. Non c’è mai pace.
Infine c’è il tema dell’uguaglianza nel momento in cui la canzone vira sul proprio titolo. Il protagonista è umano, il coprotagonista è un alieno, ma ci sono davvero differenze? Per Ghali no, in un messaggio che di certo non si ferma ad un possibile incontro con E.T.:
Casa mia, casa tua, che differenza c’è? Non c’è. Ma qual è casa mia, ma qual è casa tua: dal cielo è uguale, giuro.
Un messaggio che tutti dovremmo fare nostro, abbattendo quelle barriere che in realtà sono solo immaginarie e che ci dividono inutilmente.
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