Era ora, tutti pazzi per il film con Edoardo Leo: ecco perché dovresti guardarlo (e fermarti) anche tu

Era ora è il nuovo fenomeno mediatico. La forza del film con Edoardo Leo è nel messaggio che vuole dare, tanto semplice quanto potente: l’importanza di dare importanza al tempo e alla vita

È il film del momento e non si parla d’altro, un po’ come lo è stato per la fiction Mare Fuori. La pellicola è infatti il film più popolare non in lingua inglese sulla piattaforma di streaming Netflix. Ma perché tutti esaltano Era ora, con Edoardo Leo e Barbara Ronchi?

Il motivo è presto detto: per il significato recondito che questo lungometraggio porta con sé. Un messaggio che tutti dovremmo imparare: goderci la vita, invece che vederla “passarci di fianco” mentre noi siamo impegnati a correre qua e là senza renderci conto che il tempo scorre inesorabilmente.

Avere più tempo

Tutto inizia con la vita apparentemente felice di Dante (Edoardo Leo), sposato con Alice. Il film è ambientato nel passato, il giorno del suo quarantesimo compleanno. Alice gli ha preparato una festa a sorpresa con tutti gli amici, contando nel suo rientro il prima possibile.

Lui, però, sembra essere preso a fare qualsiasi cosa tranne che tornare a casa a trascorrere una serata in tranquillità con la moglie. Prima corre a lavoro, poi corre dal padre, poi corre a fare mille commissioni. Quando finalmente rincasa è già tardi, ma tutti fortunatamente lo stanno ancora aspettando.

È giunto il momento di soffiare sulle candeline della torta ed esprimere un desiderio: Dante chiede di avere più tempo. E subito entriamo nel vivo del film: il protagonista, in un contrappasso degno di chi porta il nome, si ritrova catapultato senza nemmeno essersene accorto all’anno successivo, sempre nel giorno del suo compleanno.

Gli anni passano e la vita travolge Dante

A quel punto la moglie è incinta, ma lui sembra non essersi accorto di come ciò possa essere successo. Credendo di soffrire di allucinazioni e di stare poco bene, si rimette a letto. Quando si sveglia, però, la situazione è ancora diversa. È passato un altro anno e quella che pare essere sua figlia è ormai nata.

Da lì in avanti è un susseguirsi di compleanni e la vita lo travolge. Dante è infatti troppo impegnato a fare carriera e passare sempre più ore in ufficio per rendersi conto di come la vita – quella vera – stia andando avanti senza di lui.

Nel frattempo gli spettatori (e Dante stesso insieme a loro) assistono all’evoluzione (o meglio all’involuzione) del rapporto con Alice, alla crescita della figlia (di cui Dante non ha scelto nemmeno il nome, parecchio improbabile) e alla sua scalata verso il successo in azienda.

Tutti aspettano con il fiato sospeso (non vogliamo farvi spoiler) cosa accadrà all’amico fraterno Valerio, professore con il vizio dell’alcol, e al padre Marcello, da sempre assente e ora affetto da Alzheimer (uno strepitoso e imperscrutabile Massimo Wertmüller).

La vita è quello che ti capita mentre stai facendo altri progetti

Il finale è aperto e soggetto ad interpretazioni. Dante nel corso degli anni ha capito quanto sia fondamentale dare importanza al tempo, ma sarà troppo tardi per recuperare tutto ciò che si è perso? Come dicevamo, è proprio nella morale che vuole dare la forza del film, capace di far sorridere e di commuovere al tempo stesso.

Una pellicola in grado di ricordare a chi la guarda quanto la vita sia “un brivido che vola via” e quanto spesso perdiamo troppo tempo dietro a cose inutili e futili, senza capire cos’è veramente ciò che conta: gli affetti, gli amici, la famiglia, le piccole cose che fanno grandi i rapporti interpersonali.

Tutto è racchiuso in quella scritta sul muro dell’azienda in cui lavora: “La vita è quello che ti capita mentre stai facendo altri progetti”. La citazione di John Lennon ben esplica il senso di questo film liberamente ispirato a Long Story Short di Josh Lawson, di cui condivide principalmente solo l’idea di base.

Senza troppi giri di parole, Era ora ci dice che il tempo non torna più indietro e sta a noi decidere come utilizzarlo. Possiamo correre dietro al lavoro trascurando gli affetti più cari e ritrovarci ricchi e “realizzati” (ma in realtà soli e irrealizzati) o viverlo intensamente e senza rimpianti.

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Fonte: Netflix

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