“E poi il silenzio: Rigopiano, ‘la neve che pesa come colpe’. Il nuovo podcast di Pablo Trincia riapre le ferite del disastro e fa luce su responsabilità e ritardi inaccettabili.”
Il nuovo podcast di Pablo Trincia, E poi il silenzio – Il disastro di Rigopiano, prodotto da Sky Italia e Sky TG24 insieme a Chora Media, si apre alle 16:49 del 18 gennaio 2017: una valanga travolge l’hotel Rigopiano di Farindola, in Abruzzo, distruggendo l’intera struttura e intrappolando 40 persone, di cui 29 non sopravviveranno. Raccontata attraverso le testimonianze dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime, la serie ripercorre la tragedia con una profondità che commuove e sconvolge.
Suddiviso in 8 episodi, questo podcast-inchiesta è un viaggio doloroso e lucido nelle ore critiche di quel disastro. Le voci di chi è sopravvissuto, come Francesca Bronzi, Giampaolo Matrone e Giampiero Parete, si intrecciano con quelle dei familiari di chi non ce l’ha fatta e dei soccorritori. Un lavoro meticoloso, fatto di testimonianze, audio inediti e atti processuali, che ci porta all’interno dell’incubo vissuto in quelle ore e delle domande che, ancora oggi, rimangono senza risposta.
La narrazione di Trincia, affiancato dalla co-autrice Debora Campanella e arricchita dal sound design di Michele Boreggi, ci guida con il suo consueto stile preciso e penetrante, in cui le parole pesano come macigni. Le riflessioni dell’autore sul ruolo di “valanghe invisibili” come la burocrazia, la cattiva amministrazione e la lentezza della giustizia rendono il podcast più che una semplice cronaca. È un atto di denuncia, un’indagine su responsabilità che emergono in modo quasi sconcertante.
Quando cade un singolo fiocco di neve non fa rumore e non uccide. Ce ne vogliono tanti per creare una valanga
dice Trincia, racchiudendo il senso dell’intera tragedia e il dolore collettivo che continua a tormentare sopravvissuti e famiglie. E poi il silenzio è più di un racconto: è la voce di chi chiede ancora giustizia, rendendo impossibile dimenticare.
Ogni puntata lascia con il fiato sospeso e un profondo senso di amaro in bocca. La storia la conosciamo tutti, ma ascoltarla attraverso le voci di chi l’ha vissuta, intrecciate alla narrazione esperta di Pablo Trincia, porta un impatto emotivo che va oltre la cronaca. Grazie alla sua voce, alla scelta accurata delle parole e ai suoni che avvolgono l’ascoltatore, Trincia riesce a evocare con incredibile realismo ogni momento di quel dramma. L’ascolto ci conduce in un viaggio intimo e spiazzante, rendendo palpabili lo shock, il dolore e le domande irrisolte che, anche a distanza di anni, continuano a tormentare i sopravvissuti e le famiglie delle vittime.
E poi il silenzio è un podcast che non può lasciare indifferenti: ti scuote, ti fa arrabbiare, ti strappa un grido silenzioso e lacrime amare per le vite spezzate in quel gennaio del 2017, e per chi è rimasto. Episodio dopo episodio, Trincia ci accompagna tra le pieghe di un dramma umano e sociale, raccontando non solo la tragedia della valanga, ma anche la rabbia per i soccorsi che non sono stati attivati immediatamente, per quella prima telefonata disperata che non è stata creduta, lasciando passare ore preziose.
Le vie farraginose della burocrazia si intrecciano con le scosse di terremoto, con muri di neve alti due metri e mezzo, con l’impossibilità di muoversi e di salvarsi. Trincia, con una delicatezza che ferisce, ci riporta a quelle ore in cui ogni scelta e ogni ritardo hanno avuto conseguenze irreparabili. È una narrazione che ti entra dentro, provocando emozioni forti e domande scomode, mantenendo viva l’attenzione su una tragedia che nessuno dovrebbe dimenticare.
Il podcast è disponibile su tutte le piattaforme e su Spotify.
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