Il frontman dei Marlene Kuntz sa bene cosa significano gli effetti dei cambiamenti climatici: lo vede sulle sue montagne dove già a febbraio spuntano le primule. Per questo ha deciso di portare questi temi in tour, nella speranza di sensibilizzare il pubblico
Cristiano Godano, leader dei Marlene Kuntz, è impegnato in una lunga tournée insieme a Telmo Pievani incentrata su uno spettacolo in cui si parla di un tema purtroppo attualissimo: la crisi dell’acqua. Un “Canto d’acqua” dedicato all’emergenza alluvioni, alla siccità e ad altre conseguenze dell’aumento della temperatura.
L’ultimo disco del gruppo, inoltre, parla dell’allarme per l’inquinamento globale. Tutti argomenti che Godano sente molto a cuore, visto il suo impegno per l’ambiente che sta soffrendo come nota ogni anno dal fatto che l’inverno sulle sue Alpi dura sempre meno.
Un impegno che, a suo dire, per un personaggio pubblico è un dovere civico. Lo ha confermato nel corso di un’intervista in cui ha raccontato dove è nato questo senso di responsabilità verso il nostro Pianeta:
Come musicista sento di avere la responsabilità di mettere la possibilità che ho di raggiungere il pubblico al servizio della scienza, per scuotere gli ignavi e spingerli a impegnarsi a favore dell’ambiente.
Uno spettacolo per smuovere le coscienze
“Canto d’acqua” vede protagonisti lui e Pievani che spiega le cause scientifiche di ciò che Godano racconta e canta.
Ho scritto su tre tragedie, reali o possibili, legate all’acqua e al cambiamento del clima. Sono tre accidenti capitati o futuribili nei quali l’umanità rischierà sempre di più di imbattersi, secondo quello che ci dice la scienza. Quando arrivo alla fine, il pubblico rimane impietrito, non sa se applaudire perché sarebbe come applaudire una tragedia: il crollo del saracco sulla Marmolada, l’annegamento di un migrante naufragato nel Mediterraneo o qualcuno che muore di caldo – la gente non lo sa, ma sono sempre di più le persone che nel mondo ogni anno muoiono letteralmente per colpa del caldo che aumenta.
L’obiettivo è “suscitare riflessioni e magari azioni”. Perché anche l’impegno di una singola persona è tantissimo, anche se non sembra: “una goccia sommata a un’altra alla fine crea oceani”. Secondo il frontman dei Marlene Kutnz, “se tutti nel micro facessero la loro parte potrebbe anche esserci un risultato a livello globale”.
Il negazionismo dei cambiamenti climatici
Ma torniamo alla domanda di fondo: perché questo impegno per l’ambiente? Godano ha spiegato che è legato
Al sentimento crescente di paura. Adesso chi sta dall’altra parte della barricata purtroppo deride quella che chiamano ‘ecoansia’. Ma se l’ecoansia esiste io sono un precursore, ne soffro da una quindicina d’anni. Sono almeno 15 anni che mi inquieta quando a febbraio, nei prati di montagna vicino a Cuneo, vedo le primule.
Un tema che, come detto, è stato ben presente anche nell’ultimo disco dei Marlene Kuntz, “Karma Clima”, che parlava di ambiente come si evince dal titolo:
È un disco nato da una grande motivazione di tutti noi del gruppo, con un forte punto di vista ottimistico. Però, quando lo abbiamo annunciato, qualcuno ci ha detto che ‘stavamo salendo sul carro del vincitore”. Oggi ne rido, ma sono commenti che mi dettero estremamente fastidio, anche perché io non ho affatto la percezione che questo argomento sia mainstream, anzi mi sembra molto divisivo. La metà della popolazione italiana nega i cambiamenti climatici o fa l’indifferente. Chi lo nega o è catturato dal negazionismo oppure pensa che – come in quel grande film che è ‘Don’t look up’ – chi è abbiente si salverà. Forse sì, ma si ritroverà come i ricchi e potenti alla fine del film: da solo, su un pianeta sconosciuto e in mezzo ad animali mai visti prima.
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