Come sarebbero i cartoni animati se fossero ambientati nella realtà? La geniale campagna che ci mostra come abbiamo ridotto il nostro mondo (fra guerre e sfruttamento)

Da "Defrosted" a "Il resto della giungla": ecco come sarebbero i cartoni animati se fossero ambientati nella nostra realtà, fatta disastri climatici, guerre e sfruttamento. Si trasformerebbero in film apocalittici o dell'orrore, il risultato è spiazzante...

I cartoni animati ci fanno divertire e sognare bambini e non solo. Con i loro colori sgargianti e canzoni irresistibili, ci catapultano in atmosfere e luoghi fantastici. Ma come apparirebbero se fossero ambientati nel nostro mondo reale caratterizzato da guerre, sfruttamento di animali e di risorse e disastri climatici? Sarebbero di una tristezza desolante e probabilmente alcuni verrebbero vietati ai più piccoli in quanto troppo drammatici.

“Frozen”, il fortunato film d’animazione la cui storia si svolge in un regno di ghiaccio dove l’inverno è per via di un incantesimo, si chiamerebbe “Defrosted”, dato che la fusione dei ghiacciai in aree come la Groenlandia procede a ritmi sempre più veloci e preoccupanti a causa del riscaldamento globale.

A mostrarci la versione più realistica di alcuni dei cartoni animati più amati di sempre è un geniale progetto realizzato da Factanza, la pagina social d’informazione lanciata nel 2019.

Con un pizzico di creatività, i poster sono stati modificati per essere quanto più vicini possibile alla nostra quotidianità. Così invece di Lilli e il Vagabondo che gustano romanticamente il loro piatto di spaghetti con polpette, troviamo Lilli da sola sul ciglio di una strada, appena abbandonata dai suoi proprietari.

Dimenticate Flanders, Sebastian, e le alghe: la Sirenetta nuota in un mare di bottiglie, sacchetti e altri oggetti di plastica inquinante.

“Le follie dell’imperatore” non sarebbe incentrato su un giovane imperatore trasformato in un lama parlante a seguito di una maledizione, ma da un sanguinario conflitto, scatenato da un dittatore, come quello che da oltre un decennio fa sta martoriando la Siria.

Oggi il “Il Libro della Giungla” verrebbe intitolato “Il resto della Giungla” e si svolgerebbe nella foresta amazzonica, devastata da incendi e deforestazione selvaggia, mentre “Metropolis” racconterebbe di una società avvelenata dallo smog prodotto dalle auto e dagli altri mezzi di trasporto altamente inquinanti.

Infine, i cartoni animati ci mostrerebbero tutta la crudeltà e il terribile impatto degli allevamenti intensivi. Se trasposto nel nostro mondo, “Chicken Little” avrebbe come protagonista un pulcino rinchiuso in un capannone, imbottito di mangimi e antibiotici per poi finire in un piatto nel giro di un mese. Infine “Mucche alla rimessa” ci sbatterebbe in faccia l’insostenibilità del sistema di allevamento dei bovini, fra i settori principalmente responsabili delle emissioni di metano e quindi dell’inquinamento del nostro Pianeta.

Insomma, più che cartoni animati adatti ai bambini, sarebbero film dell’orrore…

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Fonte: Factanza

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