Chiara Ferragni, quell’illusione di nudità che fa indignare proprio le donne che voleva liberare

C’era attesa per il look e per il monologo di Chiara Ferragni e, ovviamente, entrambi non hanno mancato di dividere. L’influencer si è presentata con un nude look volutamente provocatorio e ha letto una lettera scritta alla Chiara bambina, in cui ha sviscerato molti temi di scottante attualità in difesa delle donne. Quelle stesse donne che ha difeso con le unghie e con i denti, tuttavia, sono state le prime ad attaccarla aspramente.

Abbiamo atteso questo momento a lungo – sin dall’annuncio della sua presenza come co-conduttrice – e finalmente ieri sera è arrivato. Lo si sapeva, in pieno stile Amadeus, anche Chiara Ferragni avrebbe fatto il suo monologo. Ne eravamo certi che avrebbe fatto discutere e così è stato. Da sempre l’influencer è un personaggio divisivo.

C’è chi la apprezza e la stima per quella che è riuscita a diventare da sola e partendo pressoché dal nulla e chi invece proprio non la può soffrire, vedendola troppo presente sui social, a esporre la sua vita privata e la sua ricchezza da tanti (più o meno giustamente) invidiata.

Se non bastassero le già alte aspettative che c’erano su di lei, Chiara ha voluto aggiungere il carico da 90 e l’ha fatto proprio con il vestito indossato in occasione del monologo. Fedele ad un grande classico ultimamente, ovvero se vuoi far parlare di te un po’ devi osare, è scesa dalle scale con un abito provocante e provocatorio.

Un vestito che volutamente dava l’illusione della nudità

Un nude look color carne che sembrava mostrare in bella vista il seno e i capezzoli dell’imprenditrice digitale ma che in realtà non era nient’altro che un disegno del suo corpo, prendendo ispirazione da una creazione di Maria Grazia Chiuri per Dior della collezione primavera/estate 2018.

Lo ha precisato lei stessa non appena giunta sul palco, dopo un attimo di shock in cui tutti a casa si stavano chiedendo se fosse davvero nuda sotto l’abito o meno. Il messaggio da mandare era forte e chiaro:

Il corpo di noi donne non deve mai generare odio o vergogna.

E anche qui Chiara ha diviso: da un lato c’è chi ha capito dove voleva arrivare e il coraggio che ha avuto a presentarsi all’Ariston in prima serata in mondo visione su Rai1 con questo vestito. Dall’altra c’è chi l’ha subissata di critiche, attaccandola a più non posso.

Tanti si sono scagliati contro la “necessità di ostentare a tutti i costi un corpo semi nudo”. Altri si sono concentrati sul pubblico di giovani che stavano guardando il Festival: “Questa non è moda, sei un modello per tante ragazzine là fuori, pensa a loro”. O ancora chi l’ha tacciata di non avere decoro e di essersi presentata in “biancheria intima”.

Le critiche in gran parte sono arrivate da quelle donne che Chiara voleva liberare

Critiche, in gran parte, arrivate da quelle donne che Chiara voleva rendere libere, come testimoniava la scritta sulla stola bianca del primo abito con cui è apparsa all’Ariston. Una situazione che dovrebbe far riflettere.

Si può amare o non amare il personaggio di Chiara Ferragni, ma il messaggio che voleva dare è proprio l’opposto di quello che è arrivato alle orecchie – e alle dita che si sono affrettate a scrivere sulla tastiera – di tanti, anzi, di tante. E forse dovremmo chiederci: se siamo proprio noi – chi vi scrive è donna – a criticare chi si veste come meglio crede, come potremo mai essere libere da uomini che si sentono in diritto di farci ciò che vogliono perché abbiamo una scollatura un po’ più ampia o un centimetro di gonna in meno?

Il monologo alla Chiara bambina

Tornando al messaggio che l’influencer voleva dare, poco dopo la Ferragni ha preso la parola per il suo monologo. Il vestito scelto era, chiaramente, strettamente legato a ciò che avrebbe detto da lì a poco. L’imprenditrice digitale ha scritto una lettera a se stessa bambina, quando non si sentiva abbastanza.

E, nonostante la popolarità che ha attualmente, ha ammesso di provare ancora quella sensazione. Ha però voluto dirle che in realtà lei è abbastanza e lo è sempre stata, anche se non si è sentita mai così bella o così intelligente. Alla se stessa bambina ha anche “annunciato” che diventerà mamma di due bellissimi bambini e moglie di Federico (“Fede”, mai Fedez). Proprio qui arriva una delle parti più dense della sua lettera:

La nostra società ha dei ruoli definiti: sei solo una mamma. Quante volte la società fa sentire in colpa le donne perché vanno a lavoro stando dietro ai figli? Sempre. Quante volte lo stesso trattamento agli uomini? Mai.

In poche semplici parole, Chiara ha riassunto il pensiero di tante mamme in carriera che troppo spesso si sentono dire che stanno “abbandonando” i loro figli per pensare al proprio presente e futuro lavorativo. Frasi che mai, come dice lei stessa, sono rivolte agli uomini, in una società ancora patriarcale in cui l’uomo “deve essere uomo” e “portare a casa la pagnotta”.

Pazienza se lavora a chilometri di distanza o in un altro Paese. Pazienza se torna solo nei weekend: lui è un buon padre perché lavora. Guai, invece, se la mamma osa avere un avanzamento di carriera, osa avere un lavoro che non sia sotto casa o osa fare gli straordinari. Già 40 ore per tanti sono troppe.

Una donna non può né mostrare poco né mostrare troppo

Chiara poi si rivolge alle donne, consigliando loro di celebrare i propri successi senza sminuirsi mai di fronte a nessuno, anche e soprattutto davanti ad uomini che troppo spesso si prendono il merito del lavoro delle colleghe donne.

E infine, torniamo all’abito che indossa, con una frase forte tanto vera:

Se non mostri il tuo corpo sei una suora, se lo mostri troppo sei una t*oia.

Così non è e così non deve essere: ognuna sia libera di vestirsi come meglio crede e di sentirsi come meglio crede. Scollata, provocante, vestita “da uomo”, sempre ben coperta, qualsiasi sia il proprio stile nessuno deve mai permettersi di giudicare per questo.

Purtroppo, però, la reazione dei social ha dimostrato che a slogan siamo tutti bravi e tutte brave, ma poi nei fatti i commenti rimangono sempre gli stessi e Chiara diventa in un attimo da complice delle donne alla prima svergognata di turno.

Ma la Ferragni non si arrende e conclude la sua lettera affermando:

Essere una donna non è un limite, dillo alle tue amiche e lottate insieme ogni giorno per cambiare le cose. Io ci sto provando, anche in questo momento.

Ci auguriamo tutti che, prima o poi, non ci sia bisogno di nessun* che, a Sanremo o al supermercato, debba “provarci” per venire criticat*. Nella speranza che, tutto questo, prima o poi diventi normalità. E sarà solo quando avremo smesso di parlarne nei giornali al mattino dopo che tutto questo sarà davvero normalità.

Leggi tutti i nostri articoli Speciale Sanremo 2023.

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