Questa sera nella serata dei duetti i Tenores di Bitti “Remunnu ‘e Locu” si esibiranno con Mahmood facendo riscoprire a tutti noi il fascino del canto a tenore sardo patrimonio dell’umanità
Il 25 novembre 2009 il canto a tenore sardo è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità. Si è trattato di un prestigiosissimo riconoscimento per la tipica forma musicale della tradizione sarda che, dopo un periodo di oblio, era stata riscoperta negli ultimi anni, anche in ambito internazionale.
E ora la Sardegna è pronta ad un altro prestigioso riconoscimento: la partecipazione al Festival di Sanremo. C’è grande attesa, infatti, per la serata dei duetti che vedrà tra i protagonisti all’Ariston i Tenores di Bitti “Remunnu ‘e Locu” che saliranno sul palcoscenico dell’Ariston.
I Tenores si esibiranno con Mahmood, portando una loro rivisitazione della canzone “Come è profondo il mare” di Lucio Dalla. La formazione sarda vede alla voce Dino Ruiu, alla mezza voce Andrea Sella, alla contra Pierluigi Giorno e al basso Mario Pira. Insieme formano un coro armonico di quattro voci che all’unisono creano le sonorità tipiche di un tempo.
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Un’occasione per valorizzare l’antico canto dei pastori della Sardegna
Il gruppo è nato nel 1974 e vanta collaborazioni con nomi di spicco del panorama internazionale come Peter Gabriel, Frank Zappa, Ornette Coleman, Lester Bowie. Sono orgogliosamente interpreti ed ambasciatori nel mondo del canto polifonico, espressione della cultura agro-pastorale e nel 2007 il presidente Giorgio Napolitano li ha nominati Cavalieri al Merito della Repubblica italiana.
Creeranno un mix inedito, dimostrando come il canto a tenore voglia restare al passo con i tempi e, per loro stessa ammissione, non abbia paura di confrontarsi con nuove e differenti sonorità. Mahmood li ha scelti per via del suo profondo legame con la Sardegna, terra di origine della mamma (di Orosei) a cui lui è legatissimo.
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Per i Tenores di Bitti sarà un onore ed un’emozione immensa potersi esibire sul palco dell’Ariston e valorizzare in questo modo straordinario l’antico canto dei pastori della Sardegna che sarà così portato per la prima volta al Festival di Sanremo.
Kermesse che già aveva visto la Sardegna protagonista nel 1991 con i Tazenda che affiancarono Pierangelo Bertoli nel brano “Spunta la Luna dal monte” che si piazzò al quinto posto della classifica finale e ricevette la Targa Tenco. Come sonorità i Tazenda si ispirano al canto a tenore, con grandi influenze della musica sarda, anche se il loro genere è definibile un mix di etno-pop e rock.
L’appuntamento dunque è per questa sera, per far riscoprire anche alle nuove generazioni il fascino di quel canto a tenore sardo che poteva andare perduto e che invece è stato valorizzato tanto da approdare in prima serata nella gara canora più importante della musica italiana.
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