L’IA è riuscita a ripulire la voce di John Lennon in una demo registrata dall’artista. Il brano uscirà entro quest’anno e segnerà il ritorno virtuale dei Beatles tutti insieme
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Hanno segnato un’epoca, nella musica, nei costumi, nella vita di un’intera generazione, fino ad entrare nel mito. Poi, però, si sono divisi e sembrava che non si potessero mai più riunire tutti insieme a causa della morte di due dei loro componenti storici: John Lennon e George Harrison.
Stiamo parlando, ovviamente, dei Beatles. Ora, tuttavia, qualcosa anche nella musica è cambiato: è arrivata l’intelligenza artificiale che ha rivoluzionato tutto. E così, ecco che ad oltre mezzo secolo dallo scioglimento, la band dei record torna con una controversa reunion virtuale.
È infatti in arrivo una canzone inedita del gruppo, registrata proprio usando l’IA per ricreare la voce del defunto John Lennon. L’annuncio lo ha dato Sir Paul McCartney in un’intervista in cui ha dichiarato di aver impiegato l’intelligenza artificiale per creare quello che ha definito “l’ultimo album dei Beatles”.
Si ipotizza che si tratti di “Now And Then”
Il musicista ha spiegato che la tecnologia è stata utilizzata per “estrarre” la voce di John Lennon da un vecchio demo, in modo da poter completare la canzone. Ha promesso che, dato che hanno appena completato il lavoro, il pezzo uscirà quest’anno.
Non è stato però rivelato quale sarà il nome della canzone, anche se è probabile che si tratti di una composizione di Lennon del 1978 intitolata Now And Then. Il padre di Imagine l’aveva registrata in una cassetta per McCartney un anno prima della sua morte e la vedova, Yoko Ono, l’aveva poi regalata all’ex bassista dei Fab Four nel 1994.
Era già stata presa in considerazione come possibile “canzone da riunione” per i Beatles nel 1995, quando stavano compilando la serie Anthology, che abbracciava tutta la loro carriera. Due dei brani contenuti nella cassetta Free As A Bird e Real Love, furono ripuliti dal produttore Jeff Lynne e pubblicati nel 1995 e nel 1996.
Si era già provato a lavorare su quella canzone
Era stato il primo materiale “nuovo” dei Beatles dopo 25 anni e il successo era stato enorme, scalando le classifiche di mezzo mondo. All’epoca si era provato a fare lo stesso anche con Now And Then, una canzone d’amore apologetica che era piuttosto tipica dell’ultima carriera di Lennon.
Tuttavia il progetto fu abbandonato a causa del rumore di fondo della demo, un ronzio persistente proveniente dai circuiti elettrici dell’appartamento di Lennon. Inoltre la canzone aveva sì un ritornello, ma mancava quasi del tutto di versi.
A ciò si aggiunge il fatto che George Harrison si rifiutò di lavorare sulla canzone, sostenendo che la qualità del suono della voce di Lennon era “schifosa”. Ora però Harrison non c’è più e McCartney non ha voluto arrendersi, con l’IA che gli dato quella mano insperata.
Come si è arrivati
La svolta è avvenuta con il documentario Get Back di Peter Jackson, dove il montatore dei dialoghi Emile de la Rey ha addestrato i computer a riconoscere le voci dei Beatles e a separarle dai rumori di fondo, e persino dai loro stessi strumenti, per creare un audio “pulito”.
Lo stesso processo ha permesso a Sir Paul di “duettare” con Lennon durante il suo recente tour e di creare nuovi mix surround dell’album Revolver dei Beatles lo scorso anno. McCartney ha raccontato:
Avevamo la voce di John e un pianoforte e lui è riuscito a separarli con l’intelligenza artificiale. Dicevano alla macchina: ‘Questa è la voce. Questa è una chitarra. Togli la chitarra’. Così, quando siamo venuti a realizzare quello che sarà l’ultimo disco dei Beatles, avevamo una demo di John e siamo riusciti a prendere la voce di John e a renderla pura grazie all’IA. Poi possiamo mixare il disco, come faremmo normalmente. Quindi ti dà una sorta di margine di manovra.
Insomma, ancora una volta l’intelligenza artificiale dimostra le sue grandiose potenzialità, anche se queste possono diventare terribili per il mondo della musica con il rischio concreto che i cantanti possano essere sostituiti dalla tecnologia. Per ora, però, siamo pronti a riascoltare un’ultima volta i Beatles insieme.
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