Il colosso svedese dell’arredamento low-cost ha annunciato un aumento dei prezzi in conseguenza della crisi globale della “supply chain”
Il colosso svedese dell’arredamento low-cost ha annunciato un aumento dei prezzi in conseguenza della crisi globale della “supply chain”
IKEA ha annunciato, a partire dai prossimi mesi, un aumento dei prezzi al dettaglio a causa della crisi, a livello globale, della supply chain – ovvero del complesso sistema di trasporti e rifornimenti a scala mondiale su cui si basano l’approvvigionamento di materie prime, il commercio e l’economia. L’aumento medio dei prezzi di al dettaglio sarà del 9% a livello mondiale, con variazioni a seconda dei Paesi, che riflettono le pressioni inflazionistiche locali: certamente, i principali aumenti dei costi si faranno sentire soprattutto in Europa e Nord America, a causa dei maggiori costi di trasporto e di acquisto delle materie prime che stanno colpendo un po’ tutte le grandi catene che commerciano in queste aree del mondo. IKEA giustifica i costi aumentati come una reazione all’aumento senza precedenti della richiesta di mobili verificatosi negli ultimi mesi e legato alle nuove esigenze domestiche legate alla pandemia e al lockdown:
Negli ultimi 18 mesi – si legge nel comunicato dell’azienda – le nostre case sono diventate per noi più importanti che mai: le persone hanno dovuto adattare le loro case per soddisfare le loro nuove realtà, ottimizzare lo spazio, creare case funzionali per le mutevoli esigenze e trovare un equilibrio tra produttività e relax. In questo periodo c’è stata una maggiore domanda di prodotti che supportano queste nuove esigenze, compresi i mobili per il posto di lavoro e per esterni e le soluzioni di archiviazione. Come molti altri rivenditori, Ingka Group ha dovuto affrontare una domanda di prodotti senza precedenti.
Tuttavia, oltre all’aumentata richiesta da parte dei consumatori, vi sono altri due importanti motivi che hanno provocato l’innalzamento dei prezzi: da una parte, il prezzo più alto delle materie prime per la realizzazione dei mobili e dei carburanti impiegati per il loro trasporto e per la loro trasformazione; dall’altra, le significative limitazioni sul trasporto delle merci (verificatesi a causa dei lockdown) che hanno rallentato la produzione.
Ma cosa significano questi aumenti nel concreto? Facciamo qualche esempio: la vetrina Bestå, finora in vendita a 175 euro, ha raggiunto ora i 200 euro; la struttura per contenitori Trofast, che solo qualche mese fa costava 69 euro, ora è in vendita a 95 euro; infine, il cavalletto da pittore con lavagna Måla passa da 19,95 euro a 29,95. Insomma, se fino ad ora IKEA veniva scelto, oltre che per la praticità di montaggio dei mobili e per le infinite combinazioni possibili, anche per i prezzi accessibili dei suoi prodotti, da oggi in poi i mobili del marchio diventano un po’ meno appetibili per quella fascia di popolazione con reddito medio/basso.
Durante la pandemia, nonostante l’aumento dei costi intorno a noi, abbiamo mantenuto i prezzi stabili con l’obiettivo di mantenere i prezzi il più bassi possibile per i clienti – afferma Tolga Öncü, Retail Operations Manager presso IKEA Retail. – Era la cosa giusta da fare. Sfortunatamente, ora, per la prima volta da quando l’aumento dei costi ha iniziato a incidere sull’economia globale, dobbiamo trasferire parte di tali maggiori costi sui nostri clienti,
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Fonti: INGKA
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