Troppo spesso le aziende si dichiarano decisamente più amiche dell'ambiente di quanto non lo siano realmente
E’ facile dire green, sostenibile, ecologico. Più difficile è esserlo davvero. Troppo spesso le aziende si dichiarano decisamente più amiche dell’ambiente di quanto non lo siano realmente. Questo aspetto spesso non sfugge ai consumatori più attenti ma ora anche la Commissione Europea ha deciso di vederci chiaro e ha smascherato anche alcuni trucchetti di greenwashing usati dalle aziende e dai siti web.
Nei giorni scorsi, la Commissione europea e le autorità nazionali per i consumatori hanno pubblicato i risultati di uno screening dei siti Web svolto ogni anno per identificare le violazioni del diritto dei consumatori dell’UE nei mercati online. Quest’anno, per la prima volta in assoluto, l’analisi, sotto forma di sweep, si è concentrata sul “greenwashing”, la pratica con cui le aziende sostengono di essere amiche dell’ambiente, ma solo in teoria.
Lo “sweep” è un insieme di controlli effettuati simultaneamente su diversi siti web per identificare possibili violazioni del diritto dei consumatori dell’UE in un particolare settore. Sono coordinati dalla Commissione europea ed eseguiti annualmente dalle autorità nazionali riunite nel Consumer Protection Cooperation Network (CPCN). Quest’anno lo studio si è concentrato sulle aziende che affermano di vendere sul web prodotti rispettosi dell’ambiente.
Il greenwashing smascherato in 4 aziende europee su 10
In particolare sono state analizzate le affermazioni dei siti che dichiarano “ecologici” i loro prodotti, appartenenti a vari settori come l’abbigliamento, i cosmetici e gli elettrodomestici per la casa. E i risultati hanno svelato uno scenario amaro: nel 42% dei casi le affermazioni erano esagerate, false o addirittura ingannevoli e potevano anche essere considerate pratiche commerciali sleali ai sensi delle norme dell’UE.
In altre parole, 4 aziende su 10, predicano bene e razzolano male. E cosa ancor più grave, il greenwashing è aumentato proprio perché i consumatori cercano sempre più di acquistare prodotti rispettosi dell’ambiente. E senza sforzo, le aziende cercano di accontentarli.
I trucchetti più usati per il greenwashing (sul web e non)
In particolare, la Commissione e le autorità dei consumatori hanno esaminato 344 affermazioni apparentemente dubbie in modo più dettagliato e hanno riscontrato una serie di trucchetti ricorrenti.
Informazioni vaghe
Più della metà delle aziende, hanno cercato di rimanere letteralmente sul vago, evitando di fornire informazioni sufficienti ai consumatori per giudicare l’accuratezza della richiesta.
Fumo negli occhi…
Nel 37% dei casi, inoltre, sui siti esaminati si leggevano frasi che includevano parole come “consapevole”, “ecologico”, “sostenibile” utili sì a trasmettere ai consumatori l’impressione infondata che un prodotto non avesse alcun impatto negativo sull’ambiente. Di fatto, poi di ecologico e sostenibile c’era poco o nulla.
Sostenibile ma solo di nome
Purtroppo, nel 59% dei casi (6 aziende su 10) non hanno fornito prove facilmente accessibili a sostegno delle loro affermazioni. Hanno dunque fatto riferimento a termini come ecologico e sostenibile senza mostrare in che modo l’attenzione per l’ambiente fosse realmente veicolato dai loro prodotti.
“Sempre più persone vogliono vivere una vita verde e plaudono alle aziende che si sforzano di produrre prodotti o servizi eco-compatibili. Tuttavia, ci sono anche commercianti senza scrupoli là fuori, che gettano la lana sugli occhi dei consumatori con affermazioni vaghe, false o esagerate. La Commissione è pienamente impegnata a responsabilizzare i consumatori nella transizione verde e combattere il greenwashing. Questa è precisamente una delle principali priorità della nuova agenda dei consumatori adottata lo scorso autunno” ha detto Didier Reynders, commissario per la giustizia.
Per contrastare queste pratiche scorrette e combattere il greenwashing anche sul web, la Commissione europea ha già fatto sapere che le varie autorità nazionali contatteranno le società interessate per segnalare i problemi rilevati e per garantire che vengano corretti.
“I risultati di questo sondaggio confluiranno nella valutazione d’impatto da preparare per la nuova proposta legislativa volta a responsabilizzare i consumatori per la transizione verde, annunciata nella nuova agenda”.
Abbiamo il diritto di scegliere consapevolmente e il greenwashing va combattuto in tutti i campi.
Fonti di riferimento: Commissione europea
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