L'isola di North Sentinel è uno dei luoghi più remoti al mondo: la popolazione indigena, i Sentinelesi, rifiuta qualsiasi contatto con l'esterno, e riesce a vivere al riparo dalla società moderna.
Indice
L’Isola di North Sentinel, situata nel Golfo del Bengala, fa parte delle isole Andamane ed è abitata da una tribù indigena nota come i sentinelesi, gruppo tra gli ultimi al mondo a rimanere completamente incontaminato dalla civiltà moderna e che vive in totale isolamento, rifiutando qualsiasi contatto con l’esterno.
L’isola è amministrativamente parte del territorio indiano degli arcipelaghi di Andamane e Nicobare, e le autorità indiane rispettano il desiderio di isolamento, limitandosi a monitorare l’isola da lontano.
Geografia dell’isola di North Sentinel
L’isola di North Sentinel, una delle due isole Sentinel, si trova 36 km a ovest del villaggio di Wandoor e circa 50 km a ovest di Port Blair. Ha una superficie di circa 59,67 km² e una forma quadrata. Circondata da una barriera corallina e priva di porti naturali, l’isola è ricoperta da una fitta foresta e bordata da una stretta spiaggia. L’isola ha subito cambiamenti significativi dopo il terremoto dell’Oceano Indiano del 2004, che ha inclinato la placca tettonica sottostante, sollevandola di uno o due metri e modificando il paesaggio costiero.
Qual è la storia di North Sentinel e dei sentinelesi
La storia dell’isola di North Sentinel è strettamente legata a quella dei suoi abitanti.
Gli onge, un altro gruppo indigeno delle Andamane, conoscevano l’isola e la chiamavano Chia daaKwokweyeh, ma nonostante alcune somiglianze culturali, gli onge non riuscivano a comprendere la lingua dei sentinelesi, pertanto i due popoli non hanno mai legato e sono rimasti ben separati.
Durante il regno di Rajendra Chola I, le isole Andamane furono utilizzate come base strategica navale contro l’Impero Srivijaya, e successivamente, nel XVII secolo, servirono come base marittima temporanea per le navi dell’impero Maratha.
Nel XIX secolo, i britannici iniziarono a esplorare e tentare di contattare l’isola: nel 1867, dopo il naufragio della nave mercantile Ninive, i sopravvissuti dovettero difendersi dagli attacchi dei sentinelesi fino all’arrivo della Royal Navy. Negli anni successivi, ci furono diversi tentativi di contatto da parte dei britannici, con risultati variabili e spesso drammatici.
Nel XX secolo, a partire dal 1967, le autorità indiane provarono a stabilire dei contatti pacifici con i sentinelesi, tentativi che incontrarono sempre una forte resistenza da parte della tribù: nel 1974, una troupe cinematografica che girava un documentario fu attaccata con le frecce dai sentinelesi. Anche l’ex re del Belgio Leopoldo III ebbe un incontro ravvicinato con la tribù durante una crociera nelle acque vicine all’isola nel 1975.
Nel 1981, la nave da carico MV Primrose si arenò sulle barriere coralline vicino all’isola: l’equipaggio notò la presenza dei sentinelesi, armati di frecce e lance, che si preparavano ad attaccare, ma fortunatamente una tempesta impedì agli isolani di raggiungere la nave, e l’equipaggio fu salvato una settimana dopo da un elicottero.
La popolazione dei Sentinelesi
I primi contatti pacifici con i sentinelesi furono effettuati nel gennaio 1991 da un team guidato da Pandit Triloknath, direttore dell’Anthropological Survey of India: la presenza dell’antropologa Madhumala Chattopadhyay, nota per i suoi rapporti di fiducia con altre popolazioni indigene delle Andamane, facilitò il contatto.
Le visite degli studiosi ed i tentativi di stabilire contatti cessarono comunque dopo pochi anni, e nel 2005 il governo indiano impose un divieto incondizionato di avvicinamento a meno di tre miglia dall’isola.
Nel XXI secolo, i sentinelesi continuano a resistere a qualsiasi contatto con l’esterno: nel 2006 uccisero due pescatori che pescavano illegalmente vicino all’isola, mentre nel 2018, un missionario statunitense, John Allen Chau, fu ucciso nel tentativo di convertire la tribù al cristianesimo.
La popolazione dei sentinelesi è stimata tra i 50 e i 500 individui. Essi vivono di caccia, raccolta e pesca, senza praticare l’agricoltura o l’allevamento, non indossano vestiti, ma si adornano con foglie e corde, e le loro abitazioni sono di due tipi: delle capanne comunitarie e dei rifugi temporanei per singole famiglie.
I sentinelesi sono considerati “la società più vulnerabile del pianeta” da Survival International, a causa dell’isolamento che li rende suscettibili alle malattie comuni.
Il governo indiano ha dichiarato di non voler interferire con lo stile di vita dei sentinelesi, e ha vietato ulteriori tentativi di contatto, anche se il bracconaggio illegale nelle acque circostanti continua a rappresentare una minaccia per l’isola e gli abitanti. In questo senso, Survival International sta facendo pressione sul governo indiano per proteggere meglio l’isola e i suoi abitanti dalle incursioni esterne.
Il futuro dei sentinelesi dipenderà dalla capacità di continuare a vivere in isolamento e dalla protezione del loro territorio, responsabilità delle autorità indiane e delle organizzazioni internazionali per i diritti dei popoli.
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