Sai com’è nata la colomba e chi l’ha inventata (non lo immagineresti mai)?

È uno dei dolci simbolo della Pasqua, sapete come è nato? Vi raccontiamo la storia della colomba, fra leggende e trovate commerciali geniali

La colomba è senza dubbio uno dei simboli della tradizione culinaria pasquale. Ma sapete come nasce questo dolce così famoso e apprezzato e, soprattutto, quali sono gli ingredienti che lo rendono così unico?

In questo articolo vi raccontiamo la storia della colomba pasquale, che si intreccia a diverse leggende di matrice ovviamente cristiana, e le leggi che ancora oggi tutelano questo dolce così amato.

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La leggenda…

Le origini della colomba come dolce tipico della Pasqua, simbolo di pace e di rinascita, si perdono nella notte dei tempi.

Una leggenda narra che nel 572 d.C., dopo un lungo assedio, il re longobardo Alboino conquistò la città Pavia. In segno di pace, i cittadini gli offrirono un pane dolce a forma di colomba, simbolo di speranza e rinascita.

Un’altra leggenda narra che, circa 40 anni dopo, il monaco irlandese San Colombano fu invitato a corte dalla regina Teodolinda.

Tenendo a mente il digiuno dalle carni imposto dalla Quaresima e per non offendere la regina che lo ospitava, San Colombano trasformò miracolosamente le carni in tavola in pani dolci a forma di colomba.

…e la storia più recente

Ma la commercializzazione della colomba come la conosciamo oggi avvenne solo nel 1930. L’idea fu di Dino Villani, all’epoca pubblicitario dell’azienda Motta.

Egli volle creare un dolce pasquale simile al panettone, che permettesse all’industria dolciaria di sfruttare gli stessi macchinari e lo stesso impasto del dolce natalizio che era già molto apprezzato sul mercato.

In pochi anni la colomba pasquale conobbe un successo enorme e si impose come simbolo culinario della Pasqua in tutta Italia, diffondendosi grazie alla produzione industriale, ma anche al lavoro artigiano di pasticcieri e panificatori.

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Un dolce tutelato dalla legge

Per tutelare i consumatori e per proteggere questo iconico dolce pasquale dalle imitazioni, lo Stato italiano è intervenuto con una legislazione ad hoc.

La legge che definisce le regole per la colomba pasquale è la Legge n. 58 del 20 marzo 2005Disciplina della produzione e della vendita di taluni prodotti dolciari da forno“, che tutela la produzione di alcuni prodotti tipici della nostra tradizione dolciaria – come pandoro, panetto, savoiardo e colomba.

Secondo l’articolo 3 della legge, dedicato alla colomba:

La denominazione «colomba» è riservata al prodotto dolciario da forno a pasta morbida, ottenuto per fermentazione naturale da pasta acida, di forma irregolare ovale simile alla colomba, una struttura soffice ad alveolatura allungata, con glassatura superiore e una decorazione composta da granella di zucchero e almeno il due per cento di mandorle, riferito al prodotto finito e rilevato al momento della decorazione.

La legge stila anche una lista di ingredienti obbligatori ben precisa, stabilendo anche alcune percentuali minime sul prodotto finito:

  • farina di frumento
  • zucchero
  • uova di gallina di categoria «A» o tuorlo d’uovo, o entrambi, (non meno del 4% in tuorlo sul totale dell’impasto)
  • materia grassa butirrica (non meno del 16%)
  • scorze di agrumi canditi (non meno del 15%)
  • lievito naturale costituito da pasta acida
  • sale.

Vi sono poi ingredienti facoltativi, che possono essere aggiunti all’impasto senza che il prodotto perda l’etichetta di “colomba”. Tra questi:

  • latte e derivati
  • miele
  • burro di cacao
  • malto
  • aromi naturali e naturali identici.

Anche la tradizionale glassatura è oggetto di regole ben precise. La legge stabilisce che essa sia prodotta albume d’uovo e zucchero, ma è facoltà del produttore aggiungere anche altri ingredienti, ovvero:

  • granella di mandorle, armelline, nocciole e anacardi
  • farina di riso, di mais e di frumento
  • cacao
  • zuccheri
  • amidi
  • oli vegetali.

Tutti i dolci che non rispettano questo rigido disciplinare non possono essere commercializzati come “colombe” ma solo come “dolci pasquali”.

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