Formaggi preistorici nel deserto del Sahara. Dovevano essere davvero ben "stagionati" i residui microscopici di sostanza organica conservati nei frammenti di vaso provenienti dallo scavo del villaggio neolitico di Takarkori, in Libia. Scoperti da un gruppo di ricercatori de La Sapienza di Roma e dell'Unità di geochimica organica nella Scuola di Chimica dell'Università di Bristol e datati a partire dal 5200 a.C. , questi reperti rappresentano la prima evidenza diretta della trasformazione del latte vaccino in formaggio. La prima prova inequivocabile che gli esseri umani nel preistorico Sahara già utilizzavano il bestiame per la produzione del latte.
Formaggi preistorici nel deserto del Sahara. Dovevano essere davvero ben “stagionati” i residui microscopici di sostanza organica conservati nei frammenti di vaso provenienti dallo scavo del villaggio neolitico di Takarkori, in Libia. Scoperti da un gruppo di ricercatori de La Sapienza di Roma e dell’Unità di geochimica organica nella Scuola di Chimica dell’Università di Bristol e datati a partire dal 5200 a.C. , questi reperti rappresentano la prima evidenza diretta della trasformazione del latte vaccino in formaggio. La prima prova inequivocabile che gli esseri umani nel preistorico Sahara già utilizzavano il bestiame per la produzione del latte.
Secondo la ricerca finanziata dal Natural Environment Research Council (NERC)e pubblicata su Nature , circa 10.000 anni fa il deserto del Sahara era un luogo rigoglioso e umido dove i primi cacciatori-raccoglitori iniziavano a praticare una vita semi-sedentaria, utilizzando la ceramica, cacciando selvaggina e raccogliendo cereali selvatici. Poi, circa 7.000-5.000 anni fa, la regione divenne più arida e il popolo ha adottato uno stile di vita nomade e pastorale, come testimoniano la presenza di ossa di bovini depositi nelle grotte e nei letti dei fiumi.
Gli animali domestici erano chiaramente fondamentali: l’arte rupestre, molta diffusa in tutta la regione, include innumerovoli vivide rappresentazioni di animali, soprattutto bovini. Tuttavia, ad oggi, non c’era mai stata nessuna prova diretta che questi animali venissero munti fin d’allora. Studiando e analizzando la ceramica non smaltata databile intorno al 7000 anni fa di Takarkori con dei di biomarker per lipidi, il team di esperti ha però scoperto che circa metà dei reperti era stato utilizzato proprio per la lavorazione dei grassi lattiero-caseari. Ciò conferma per la prima volta la presenza dei bovini domestici nella regione e l’importanza del latte per i popoli preistorici pastorali.
Julie Dunne, studente di dottorato presso la Scuola di Chimica di Bristol e uno degli autori dello studio, ha dichiarato: “Sappiamo che i prodotti lattiero-caseari importanti, quali latte, formaggio, yogurt e burro erano noti al popolo del Neolitico in Europa, quindi è stato davvero emozionante trovare la prova che essi fossero già presenti nella vita dei popoli preistorici dell’Africa“. Oltre a identificare la rapida adozione della lavorazione del latte nel Sahara, “questi risultati forniscono anche uno sfondo per la nostra comprensione dell’evoluzione del gene della lattasi, che sembra essere sorto una volta che le persone hanno iniziato a consumare prodotti lattiero-caseari” conclude Dunne. Come a dire, anche se gli uomini impararono a usare il latte di altri mammiferi sin dalla preistoria, bisognerebbe capire se fossero poi in grado di digerirlo e tollerarlo.
Roberta Ragni
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