Il Parlamento francese ha approvato una legge a tutela del "patrimonio sensoriale della campagna", proteggendone odori e rumori
I galli ora possono cantare, le rane gracidare, le campane tintinnare e il letame… “puzzare”. Il Parlamento francese ha approvato in via definitiva una legge a tutela del “patrimonio sensoriale della campagna”, con voto finale all’unanimità del Senato.
È il deputato della Lozère Pierre Morel-A-L’Huissier all’origine del disegno di legge che inserisce rumori e odori della campagna come patrimonio comune della nazione, facendo così acquisire loro un nuovo status.
Una questione che potrebbe sembrare quasi ovvia, scontata. Ma che on lo è affatto nella realtà. Basti considerare che negli ultimi dieci anni, ben 18.000 azioni legali si sono svolte in Francia per controversie relative al rumore o al fastidio degli odori insiti nelle campagne. Contenziosi che rischiavano di aumentare ulteriormente per via della crescita del movimento di cittadini verso la campagna, acuito dalla crisi sanitaria e dal lockdown.
Ai tempi del Covid, infatti, le campagne stanno assumendo sempre più una funzione ambientale, di svago o puramente residenziale.
Per questo la legge appena approvata vuole essere uno strumento per disinnescare le controversie a monte. Si spera, quindi, in un effetto dissuasivo in materia di reclami per odori o rumori “molesti”.
Ora esiste un “patrimonio sensoriale” protetto. Sarà felice il famoso gallo Maurice dell’Ile d’Oléron, che nel 2019 al centro di un conflitto legale, lanciato dai vicini, che si lamentavano della sua canzone mattutina.
Il gallo era diventato il simbolo della cultura rurale minacciata, esponente dei rumori della campagna che rischiano di scomparire.
Fonte: Senat.fr