Qual è la differenza tra mandarini, mandaranci e clementine?

Scopri le sottili differenze tra mandarini, mandaranci e clementine, oltre alle loro tante proprietà e qualità.

I mandarini, i mandaranci e le clementine sono un vero toccasana durante l’inverno, questi agrumi amati per le loro piccole dimensioni e la facilità di consumo, sono protagonisti in molte occasioni gastronomiche. Tuttavia, è interessante comprendere le differenze che caratterizzano ciascuno di essi.

La storia inizia con i mandarini, che insieme a cedri e pomeli hanno dato origine, attraverso incroci e innesti, agli altri tipi di agrumi che arricchiscono la nostra cucina. Il mandarino e il pomelo hanno dato vita all’arancio, mentre l’incrocio successivo tra l’arancio e il mandarino ha portato alla creazione del mandarancio. La clementina, invece, è una varietà di mandarancio che si è affermata per le sue eccellenti qualità e per la quasi totale assenza di semi.

Oltre a questa distinzione di base, ogni tipologia di frutto presenta caratteristiche specifiche che le conferiscono unicità. Scopriamole insieme.

Il mandarino

Il mandarino (Citrus reticulata), appartenente alla famiglia delle Rutacee, è un frutto antico originario della Cina. La sua forma globosa e tendenzialmente ovale, la buccia sottile e la polpa particolarmente succosa lo rendono un piacere da consumare fresco. In cucina, il mandarino trova ampio utilizzo in preparazioni dolci e salate, arricchendo i piatti con il suo sapore distintivo.

Rispetto ad altri agrumi come il mandarancio e la clementina, il mandarino si distingue per le dimensioni più ridotte, il colore chiaro della buccia e la presenza di semi all’interno della polpa. L’Italia vanta una vasta e diversificata coltivazione di mandarini, tra cui spiccano varietà come la Avana (nota anche come Palermitana) dalla forma leggermente tondeggiante, il mandarino Satsuma importato dal Giappone, la imponente varietà King e la Cleopatra, che trova impiego anche a scopo ornamentale.

Questo frutto è una ricca fonte di acqua e sali minerali, in particolare potassio, e rappresenta un’eccellente fonte di vitamina C. La scorza, mediamente spessa, contribuisce a proteggere la succulenta polpa. Nonostante la presenza di semi, la varietà di mandarino Avana coltivata in Italia si distingue per la dolcezza e la succosità, rendendola una scelta popolare, anche in versione apirena, cioè priva di semi.

Il mandarancio

Il mandarancio, primo ibrido nato dall’incrocio tra il mandarino e l’arancia dolce (Citrus sinensis), rappresenta una fusione di caratteristiche uniche. Rispetto al mandarino, il mandarancio è più grande, presenta una buccia di colore arancione intenso e una polpa succosa, divisa in spicchi, sebbene meno profumata. Questo agrume gode di grande popolarità e consumo in cucina, grazie alle sue qualità organolettiche e alla versatilità che offre. Tuttavia, è importante sottolineare che non esiste una classificazione unica per il mandarancio, poiché ciò che in Europa è considerato mandarancio negli Stati Uniti rientra nella categoria dei mandarini.

Negli Stati Uniti, infatti,  vengono prevalentemente coltivate le specie di origine giapponese, ma è diffuso anche il “tangerine”, che rivela l’importazione dalla città marocchina di Tangeri. Quest’ultimo frutto è però un ibrido, ottenuto da un incrocio con l’arancio. Il mandarino Tangerino è infatti un mandarancio caratterizzato da una forma rotonda, leggermente più piccola delle arance, che presenta una buccia di colore arancione acceso o addirittura rosso. In Italia, però, la più amata è la clementina.

La clementina

La clementina, uno dei mandaranci più apprezzati, è il risultato di un incrocio tra il mandarino Avana e l’arancia amara.

L’origine delle clementine è avvolta da un velo di incertezza e dibattito. Si ritiene comunemente che la clementina sia il risultato di un incrocio avvenuto a inizio Novecento, grazie all’osservazione di un frate algerino di nome Clément Rodier, il quale avrebbe notato per primo questo ibrido di mandarino e arancio e ne avrebbe apprezzato le caratteristiche organolettiche. Tuttavia, c’è una certa incertezza sulla paternità effettiva della scoperta, poiché alcuni sostengono che il “vero” Clément fosse Pierre, con l’incrocio ottenuto anni prima di Rodier. Altri suggeriscono che la clementina potrebbe essere originaria dell’Oriente e che Rodier avrebbe semplicemente importato la varietà.

Indipendentemente dalle controversie sull’origine, le clementine sono diventate uno dei mandaranci più apprezzati e coltivati in Italia. Mature tra novembre e gennaio, sono rinomate per essere completamente senza semi, con un contenuto di vitamina C superiore persino alle arance. Le loro forme tonde e non schiacciate le distinguono dai mandarini, mentre la facilità con cui si sbucciano e dividono in spicchi le rende particolarmente apprezzate. L’importante produzione di clementine si estende dal Nordafrica alla Spagna, con una significativa presenza anche in Italia, in particolare nelle regioni del Sud come Calabria, Sicilia e Puglia, dove le clementine di Calabria e del Golfo di Taranto hanno ottenuto il riconoscimento IGP.

Le proprietà nutritive a confronto

Clementine e mandarini condividono valori nutrizionali simili, con una ricchezza di vitamina C, potassio e antiossidanti. Tuttavia, le clementine si distinguono per la loro quasi totale assenza di semi e un contenuto di vitamina C quasi doppio rispetto ai mandarini. Inoltre, le clementine presentano una quantità inferiore di calorie, con 47 calorie per 100 grammi rispetto alle 57 dei mandarini. I mandarini, a loro volta, offrono un maggiore contenuto di fibre, sottolineando le diverse proprietà nutrizionali tra le due varietà di agrumi.

Estendendo la discussione al mandarancio, questo offre un’ampia gamma di nutrienti, tra cui niacina, sali minerali, antiossidanti e vitamina C, insieme a un significativo contenuto di fibra. Tuttavia, è importante notare che i mandaranci possono variare nelle loro caratteristiche a seconda delle tipologie di frutti utilizzati nell’ibridazione, influenzando anche la quantità calorica assunta. È comunque certo che il loro apporto calorico sia minore rispetto al mandarino e maggiore rispetto all’arancia.

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