In questo antico alfabeto sacro alle diverse lettere Ogam corrispondono diversi alberi, ognuno dei quali con caratteristiche specifiche a seconda del periodo dell'anno corrispondente
Di alfabeti è pieno il mondo, ma è probabile che ancora non abbiate sentito parlare dell’alfabeto arboreo dei Celti. Cos’è? Il cosiddetto Alfabeto Ogamico, o semplicemente Ogam (Ogham), era formato da 20 lettere suddivise – in tre file di cinque consonanti e una fila di cinque vocali, scritte da destra verso sinistra e dall’alto verso il basso -. Queste lettere a livello grafico corrispondono a linee verticali associate a tratti perpendicolari, talvolta obliqui.
La cosa particolare è che a ogni Ogam corrisponde un albero, da cui prende il nome, oppure una pianta, un animale, un minerale, una divinità e via dicendo. Ognuno di essi rappresenta un diverso stato dell’Essere e ha uno specifico significato. Si tratta pertanto di un alfabeto sacro, collegato alla divinazione e alla guarigione.
Non a caso si ritiene che questi antichi caratteri incisi su pietre, rinvenute soprattutto in Irlanda, Scozia, Galles, Inghilterra, Bretagna, in origine venissero utilizzati dai Druidi, gli antichi sacerdoti dei popoli celtici, sotto forma di linguaggio segreto in forma orale (poi codificato in caratteri scritti dai primi Cristiani d’Irlanda). Addirittura, secondo la teoria di MacAlister, furono proprio i Druidi della Gallia Cisalpina a inventarlo intorno al 600 a.C.
Nel XIX secolo un antiquario di nome Edward Davies, in seguito alla lettura dell’Ogygia di Ruairí Ó Flaitheartaigh, decise di ricostruire l’antico calendario arboreo celtico, facendo corrispondere ogni lettera dell’alfabeto Ogam a un periodo dell’anno e a un determinato albero.
A esso si ispirò anche Robert Graves nel saggio “The White Goddess” per la creazione di un calendario formato da tredici mesi lunari (consonanti) e cinque giorni intercalari (vocali).
Gli alberi corrispondenti alle diverse lettere Ogham hanno delle caratteristiche peculiari e così le persone nate nel corrispondente periodo dell’anno. Scopriamo alcune delle loro principali simbologie.
- La betulla simboleggia il potere trasformativo del cambiamento invitandoci ad abbracciare nuove partenze.
- Il sorbo selvatico simboleggia la protezione e l’intuizione spirituale.
- Il frassino incarna la forza e la resilienza.
- L’ontano offre supporto durante i momenti difficili fornendo coraggio e protezione.
- Il salice ci ricorda di fidarci dei nostri istinti e di adattarci alle circostanze.
- Il biancospino da un lato simboleggia l’amore, dall’altro offre uno scudo contro le influenze negative.
- La quercia simboleggia la saggezza e la forza, inoltre incarna la connessione tra gli esseri umani e il divino.
- L’agrifoglio è associato al superamento degli ostacoli.
- Il nocciolo rappresenta la creatività e ci esorta a cercare ispirazione da fonti inaspettate.
- La vite favorisce un senso di gioia e la celebrazione dell’abbondanza in tutte le sue forme.
- L’edera simboleggia l’adattabilità e ci insegna l’importanza della resilienza e dell’unità di tutte le cose.
- Il giunco simboleggia la necessità di introspezione.
- Il sambuco, in quanto albero degli Anziani, simboleggia i cicli della vita, offrendo guida nella crescita spirituale.
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FONTI:“OGHAM: UNA SCRITTURA SACRA” DI Elena Paredi/World History/ireland-calling
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