Frutto molto amato, le fragole sono anche uno scrigno di curiosità e segreti "botanici": eccone qualcuno - voi li conoscete già?
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Frutto amatissimo da grandi e piccini (ma anche uno dei più contaminati dai pesticidi, purtroppo), le fragole sono il simbolo della stagione primaverile.
Tutti conoscono le loro proprietà benefiche – sono ricche di acqua e vitamine, hanno poteri afrodisiaci e gli antichi Romani le utilizzavano per contrastare la depressione – ma ci sono ancora dei “segreti” legati a questi frutti che oggi proveremo a svelare.
Sono imparentate con le rose
Le fragole che gustiamo nella bella stagione appartengono delle Fragarie, un genere di piante angiosperme appartenente alla famiglia delle Rosacee – la stessa famiglia delle rose che adornano siepi e giardini.
Questo non deve sorprendere: in realtà, la grande famiglia delle Rosacee comprende anche altre specie di frutti – come le mele, i lamponi e le prugne.
Non sono un vero e proprio frutto
Ciò che noi mangiamo – rosso, dolce e succoso – non è il vero frutto della pianta delle fragole, ma solo una sua escrescenza carnosa, quello che i botanici chiamano “falso frutto”.
Sono noci
In termini botanici, le fragole non sono bacche (perché costituite da un solo ovaio), bensì noci (poiché sono un frutto aggregato). Questo spiega anche la loro natura allergizzante: chi è allergico alle noci, infatti, potrebbe essere allergico anche alle fragole.
Hanno i semi fuori
I veri frutti della pianta delle fragole sono quei piccoli semini giallo verdi che troviamo sulla superficie della polpa rossa e che mangiamo insieme al “falso frutto”. Sono proprio questi minuscoli frutti che, al loro interno, contengono i semi con cui la pianta si riproduce.
Sono esito di “addomesticazione”
In principio, esistevano solo quelle che oggi chiamiamo fragoline di bosco, frutti molto più piccoli dal sapore più aspro, che crescono spontaneamente nei boschi e nelle radure.
La coltivazione delle fragole, in campo o in serra, che ha preso piede nel corso dei secoli, ha portato queste escrescenze carnose a crescere e a svilupparsi, fino a diventare quelle che mangiamo oggi.
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