Cosa accadrebbe se non ci fosse l’anno bisestile?

Tra leggende e superstizioni, ecco perché nasce l'anno bisestile (e cosa succederebbe se non esistesse questo giorno in più ogni quattro anni)

Mentre ci apprestiamo a trascorrere, come ogni quattro anni, il nostro inedito 29 febbraio, è lecito chiederci: come nasce la bizzarra convenzione che ogni quattro anni aggiunge un giorno al mese più corto dell’anno e perché?

L’origine dell’anno bisestile

Le radici dell’anno bisestile affondano nell’antico Egitto e in Grecia, dove i calendari lunari e solari si scontravano con la necessità di sincronizzare le stagioni.

Sotto il regno di Giulio Cesare, nel 46 a.C., venne introdotto il calendario giuliano, un calendario solare basato sull’alternarsi delle stagioni.

Secondo i calcoli dell’epoca, si stimò che un anno solare durasse 365 giorni e 6 ore, e per compensare questa “anomalia” si aggiunse un giorno bisestile ogni quattro anni.

Il giorno in più, detto “bis sextus dies” (da cui deriva l’attuale termine “bisestile”), veniva aggiunto dopo il 24 febbraio.

Tuttavia, il calendario giuliano presentava un errore di fondo: l’anno solare non è di 365,25 giorni, bensì di 365,242 giorni – un errore di 11 minuti e 14 secondi che, accumulandosi di anno in anno, causava un graduale spostamento delle stagioni rispetto alle date del calendario.

Alcuni secoli dopo, più precisamente nel 1582, Papa Gregorio XIII introdusse il calendario gregoriano (quello che viene utilizzato ancora oggi) e raffinò la regola del bisestile:

  • un anno è bisestile se è divisibile per 4
  • gli anni secolari (come il 2000, il 2100, il 2200…) non sono bisestili a meno che non siano anche divisibili per 400.

Questa precisazione riduce il margine di discrepanza fra il nostro calendario e quello solare, riducendo l’errore del calendario giuliano di circa 3 secondi all’anno.

Insomma, un anno bisestile ogni quattro anni è un piccolo correttivo necessario, che ci permette di mantenere il nostro calendario in sintonia con le stagioni e i cicli astronomici.

Cosa succederebbe quindi se non ci fosse il 29 febbraio ogni 4 anni?

Se non ci fosse, fra qualche centinaio di anni il ritardo accumulato sarebbe tale che ci ritroveremmo a trascorrere l’estate nel mese di novembre (e non per colpa della crisi climatica).

Folklore legato agli anni bisestili

In virtù del fatto di essere un giorno estremamente particolare, sono molte le tradizioni e le superstizioni legate al 29 febbraio, che variano da Paese a Paese. Ecco le più interessanti:

  • in alcune culture, tra cui anche la nostra, si crede che l’anno bisestile porti sfortuna, perché il giorno bisestile è considerato un giorno “extra” e quindi fuori dal normale ordine delle cose – da qui il famoso proverbio “Anno bisesto, anno funesto
  • poiché è un anno sfortunato, l’anno bisestile è un anno di malaugurio per iniziare nuove attività o intraprendere importanti cambiamenti di vita – come aprire un’impresa, sposarsi, iniziare una convivenza, trasferirsi in un’altra città
  • in alcune culture, si crede che l’anno bisestile sia un anno associato a una maggiore incidenza di malattie e disgrazie.
  • tuttavia, l’anno bisestile è anche un anno di fertilità per le donne: in alcune culture, si ritiene che l’anno bisesto sia quello in cui avere una gravidanza sia più naturale,
  • proprio il 29 febbraio, secondo un’antica usanza irlandese, le donne possono fare la proposta di matrimonio agli uomini: se l’uomo rifiuta, dovrà pagare alla donna un risarcimento (per esempio un abito).

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