Atomik: scienziati producono la prima vodka con acqua e grano di Chernobyl

Un team di scienziati ha prodotto la prima vodka di Chernobyl con materie prime locali: servirà a risarcire le comunità colpite dal disastro

Voi la berreste una vodka prodotta a Chernobyl con l’acqua locale e il grano raccolto nell’area circostante la centrale nucleare abbandonata? Qualunque sia la risposta, da oggi una vodka così esiste e verrà anche venduta, si chiama Atomik, è artigianale e a produrla è stato un team di scienziati.

I ricercatori sono dell’Università di Portsmouth e sono convinti che questa vodka sia assolutamente innocua. Al momento si tratta del primo prodotto di consumo proveniente da quest’area, sicuro a parere degli scienziati per via della distillazione. Grazie a questo processo, infatti, le impurità rimangono nel prodotto di scarto.

Il grano è stato coltivato in una fattoria locale dagli stessi scienziati, impegnati a Chernobyl da anni in un progetto di ricerca sul trasferimento della radioattività alle colture coltivate nell’area. L’obiettivo era infatti capire se fosse sicuro usare parte della terra abbandonata per la coltivazione.

Sebbene l’area sia risultata inadatta alla coltura e lo stesso grano utilizzato leggermente radioattivo, la vodka, analizzata in un laboratorio radio-analitico della Southampton University per individuarne l’eventuale radioattività, è risultata assolutamente nella norma. Merito, come premesso, della distillazione.

La vodka Atomik verrà messa in commercio grazie alla Chernobyl Spirit Company, fondata dal team, che avvierà una prima fase di produzione su piccola scala, con lo scopo di restituire il 75% del profitto alle comunità colpite dal disastro, uno scopo nobile come afferma il professore Jim Smith, uno dei ricercatori coinvolti:

Penso che questa sia la bottiglia di alcol più importante al mondo perché potrebbe aiutare la ripresa economica delle comunità che vivono dentro e intorno alle aree abbandonate.

Dopo la tragedia, per moltissimo tempo l’area fu praticamente abbandonata e il tempo qui sembrava essersi fermato per sempre. Solo recentemente è stata aperta ai visitatori, che comunque possono trascorrervi periodi limitati. E oggi vi si produce la prima vodka con materie prime locali, che farà anche paura, ma non è radioattiva!

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Laura De Rosa

Photo Credit: University of Portsmouth

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