La Legge n. 69 del 19 luglio 2019, nota come “Codice rosso”, modifica la disciplina penale e processuale della violenza domestica e di genere. Con le nuove norme, si prevede ora un'ulteriore ipotesi di avocazione delle indagini preliminari da parte del procuratore generale presso la Corte d'appello, che ricorre quando il pm, nei casi di delitti di violenza domestica o di genere, non senta la persona offesa entro tre giorni dall'iscrizione della notizia di reato
Oggi tocca alla numero 79, a Marisa Leo, uccisa dal suo ex. La settantanovesima vittima di femminicidio nel 2023, uno ogni sei giorni. E proprio oggi la Camera approva in via definitiva la proposta di legge sulle nuove norme al cosiddetto “Codice rosso”, la Legge del 2019 recante “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere”.
Il testo, già votato dal Senato, ha ottenuto a Montecitorio 200 sì, nessun voto contrario e 61 astenuti: si tratta del via libera definitivo al ddl sulla avocazione delle indagini: se la persona offesa non viene sentita dal PM entro 3 giorni dall’iscrizione della notizia di reato, scatta la cosiddetta avocazione delle indagini, cioè l’atto passa al procuratore generale della Corte d’Appello.
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Cosa prevede ad oggi il Codice rosso
- l’istituzione di quattro nuove fattispecie di reato, tra cui il reato di revenge porn, la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare o il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa
- l’aggravamento delle pene dei reati commessi in ambito familiare o in occasione dell’interruzione di relazioni familiari, come separazione e divorzio
- l’accelerazione delle indagini nei procedimenti per i reati di violenza sessuale, stalking, maltrattamenti e lesioni le cui denunce/querele devono essere trasmesse senza ritardo alla Procura
- che il Pubblico ministero ascolti la persona offesa e/o il denunciante entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato nel registro della Procura
La nuova norma
La norma prevede un’ulteriore ipotesi di avocazione delle indagini preliminari da parte del procuratore generale presso la Corte d’appello, che ricorre quando il pm, nei casi di delitti di violenza domestica o di genere, non senta la persona offesa entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato.
In pratica, se la vittima di violenza non viene ascoltata entro i tre giorni previsti dal Codice Rosso, il procuratore potrà revocare l’assegnazione del fascicolo, assegnandolo a chi è invece può intervenire subito.
Secondo i sostenitori delle nuove norme, il rafforzamento del Codice rosso permetterà di agire tempestivamente e incoraggerà le donne a rivolgersi con fiducia allo Stato. Una goccia nell’oceano, per molti altri, invece…
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Fonte: Camera dei Deputati
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