Mahmood e Blanco, due ragazzi sul palco più famoso d’Italia cantano e si confrontano sull’amore e sulla libertà, mettendo a nudo fragilità e emozioni
La rivoluzione pacifica della normalità, è quella portata sul palco dalla coppia Mahmood e Blanco che faccia a faccia, con la loro Brividi hanno fatto emozionare la platea di Sanremo prima e poi tutto il mondo: la canzone al 5° posto su Spotify Top 50 Globale.
Capita di chiedersi “ma di cosa parlano i più giovani che stanno sempre su quei cellulari”? Ecco la risposta ce l’hanno data loro portando all’Ariston una canzone sorprendente e inattesa sia per il tipo di contesto che per la rispettiva storia musicale dei due interpreti. Soprattutto è la prima volta che sul palco più famoso d’Italia, nel corso di una gara canora, un uomo abbia cantato l’amore ad un altro uomo, in altri tempi l’avrebbero fatto un uomo e una donna: hanno regalato un’interpretazione coinvolgente, guardandosi negli occhi, mostrando un’alchimia, un trasporto che non siamo abituati a vedere tra due uomini sul palcoscenico. Su questo palcoscenico.
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Mahmood, 30 anni, che si pone dal lato di chi ha assaporato l’amore e anche le delusioni, con il disincanto eppure con la curiosità che si ha ogni volta che qualcuno tocca le corde giuste del cuore.
“Dai non scappare da qui … Non lasciarmi così … Nudo con i brividi …A volte non so esprimermi … E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre”.
Blanco, nella freschezza dei suoi 19 anni che si affaccia alla vita che vuole mordere, predisposto all’amore passionale:
“Con i tuoi occhi da vipera … E tu, sei il contrario di un angelo … E tu, sei come un pugile all’angolo … E tu scappi da qui, mi lasci così”.
Due ragazzi che si fanno le stesse domande, capaci di mettere a nudo la fragilità quando si è difronte a un sentimento talmente forte che fa tremare ma che si vuole vivere in totale libertà.
Una canzone a quattro mani e nata da un accordo sbagliato, come rivelano in un’intervista al Corriere della Sera, ma che è diventata una delle più attese della kermesse, una delle più ascoltate online. E anche il video su YouTube non è da meno tanto che in meno di due giorni ha raggiunto oltre 5 milioni di visualizzazioni. Due set: uno più intimo, quello di Mahmood che senza il bisogno di sensazionalismi fa outing, racconta qualcosa del suo privato, senza urlare. E poi Blanco che a perdifiato, in bicicletta, urla il suo amore al vento.
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Venerdì avevano proposto la loro versione de Il cielo in una stanza di Gino Paoli, passando dal loro cielo di perle a quell’immortale cielo in una stanza. Vederli vincere questa 72esima edizione del Festival di Sanremo con una canzone che enfatizza la bellezza della libertà senza schemi è un finale perfetto, dopo l’elogio all’unicità del monologo di Drusilla Foer.
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