In nome della tutela della laicità il governo francese vieta alle studentesse di indossare l'abaya, la tunica molto usata dalle giovani musulmane. Ma il provvedimento infiamma il dibattito pubblico
Rientrando a scuola, le studentesse francesi non potranno più indossare liberamente l’abaya. L’abito usato tradizionalmente dalle donne e ragazze musulmane è stato, infatti, messo al bando in tutti gli istituti scolastici statali del Paese. L’annuncio, che sta spaccando l’opinione pubblica, è stato fatto ieri dal ministero dell’Educazione nazionale Gabriel Attal, mentre era ospite al telegiornale TF1.
“Quando si entra in un’aula, non si dovrebbe poter identificare la religione degli studenti guardandoli” ha chiarito Attal, precisando di voler incontrare già dalla settimana prossima tutti i presidi di scuole per guidarli nell’applicazione di questo nuovo divieto.
🔴 Interdiction du port de l'abaya à l'école, revalorisation salariale des enseignants… Gabriel Attal annonce de nouvelles mesures 👇
Posted by TF1 INFO on Sunday, August 27, 2023
Per anni la tunica femminile (solitamente di colore nero o comunque scuro), che copre tutto il corpo eccetto la testa, i piedi e le mani, indossata soprattutto dalle giovani di fede islamica è stata tollerata negli istituti scolastici. Adesso, però, la Francia ha deciso di optare per una decisione drastica in nome della difesa della laicità.
A intervenire sulla vicenda anche il portavoce del governo, Olivier Véran, che ha sottolineao:
Siamo sempre stati chiari la scuola è il tempio della laicità. Non si va a scuola per fare proselitismo religioso, ma per imparare. Quando si è in classe non ci si deve trovare esposti a segni religiosi ostententati.
Secondo il Consiglio francese del culto musulmano (CFCM) l’abaya non è un abito strettamente legato alla religione islamica.
Non esiste da nessuna parte una definizione chiara né i criteri oggettivi dell’abaya perch conquesto termine di origine araba ci si riferisce solo ad un abito lungo o mantello che può assumere forme diverse. Alcune alcune ragazze a volte scelgono di indossare abiti lunghi a scuola per vari motivi e fra tra queste potrebbero esserci giovani musulmane, ma anche non musulmane” – sottolinea l’associazione attraverso un comunicato – A meno non venga vietato l’uso di abiti lunghi a scuola per tutti, compresi studenti e insegnanti, indipendentemente dalla loro appartenenza o meno a una religione, sarà impossibile applicare una misura specificamente rivolta all’abaya senza cadere nell’errore trappola della discriminazione e dell’arbitrarietà.
Suite à l’annonce du ministre de l’Éducation Nationale le 27 août 2023, sur son intention d’interdire le port de la « abaya », le CFCM réaffirme et précise sa position de juin 2023 dans un communiqué diffusé ce jour. pic.twitter.com/t8LZbgHVoh
— CFCM (@CfcmOfficiel) August 28, 2023
La nuova restrizione non è andata giù neanche al movimento politico di sinistra, che ha parlato di un provvedimento “incostituzionale”, che si configura come un tentativo di attacco nei confronti dei musulmani.
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Fonti: TF1/CFCM
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