Le angoscianti immagini degli ultimi istanti di Julia Ituma, giovane promessa italiana della pallavolo trovata senza vita ieri in Turchia, sono ormai di dominio pubblico. Ma a cosa è servito divulgarle fino a farle diventare virali sui social? Questa non è informazione, è voyeurismo degno del Grande Fratello...
Mentre la polizia turca indaga sul drammatico caso di Julia Ituma, la giocatrice di pallavolo dell’Igor Novara trovata morta a Instabul ieri mattina, sui social stanno rimbalzando le immagini che mostrano gli ultimi istanti dell’atleta 18enne.
La madre, spezzata dal dolore, non riesce a credere che la figlia si sia davvero suicidata buttandosi dalla finesta dell’albergo, anche se al momento è questa l’ipotesi più accreditata. In questo momento delicato i familiari vorrebbero rispetto, conforto, in attesa che sia fatta chiarezza su quanto accaduto.
Ma a dare un ulteriore schiaffo a quella grande sofferenza ci stanno pensando i giornali online, che – con estrema leggerezza – hanno divulgato in cui si vede la giocatrice milanese in preda allo sconforto e alla confusione con in cellulare in mano mentre vaga nel corridoio dell’hotel in cui alloggiava insieme alle sue compagne di squadra.
Non chiamiamola informazione, Julia Ituma e la sua famiglia meritano rispetto
Quelle scene angoscianti le stanno condividendo testate giornalistiche – con tanto di titoloni in cui si parla di “giallo”, di “mistero” e delle “ultime ore in hotel” – , pagine Facebook e utenti, scavando in una ferita ancora sanguinante. Le immagini che sono state registrate dalle telecamere a circuito chiuso dell’albergo rappresentano indubbiamente un materiale prezioso per gli inquirenti, ma a cosa servono a noi e a tutti gli altri? Cosa aggiungono dal punto di vista giornalistico?
La risposta è: a niente, se non ad alimentare la curiosità morbosa della gente nei confronti delle vittime protagoniste di eventi tragici. No, questo non è giornalismo. Si chiama voyeurismo e, in questo caso specifico, sfocia nella pornografia del dolore.
Non spetta a nessuno di noi né ai giornali portare avanti le indagini. Sarà la polizia turca a esaminare le informazioni presenti nello smartphone di Julia Ituma e l’autopsia a dare ulteriori risposte.
Ciò che possiamo fare al momento è limitarci a raccontare gli sviluppi della vicenda, evitando di parlare della giovane pallavolista come se si trattasse della protagonista di un romanzo giallo o di una partecipante ad un reality show. Questo non è il Grande Fratello, è la vita vera e merita tutto il nostro rispetto, così come la famiglia di Julia Ituma.
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