Vanessa, l’ennesima donna uccisa dall’ex amante che la voleva a tutti i costi (e quella denuncia per stalking caduta nel vuoto)

Vanessa Ballan è l’ultima vittima di un lunghissimo elenco. Incinta di tre mesi, aveva denunciato il suo killer per stalking, ma non era stata ascoltata

Nella tarda mattinata di martedì 19 dicembre 2023, una tragica vicenda ha scosso la piccola frazione di Spineda nel comune di Riese Pio X, nel Trevigiano. Vanessa Ballan, una donna di 27 anni incinta di tre mesi, è stata trovata senza vita nella sua abitazione. Il corpo presentava almeno sette ferite da arma da taglio al torace.

L’allarme è stato dato da un vicino di casa che, insieme al compagno della vittima, ha chiamato il 118. Purtroppo, nonostante l’intervento tempestivo, per Vanessa Ballan non c’è stato nulla da fare. Il presunto responsabile, il quarantunenne Fandaj Bujar, è stato successivamente arrestato.

Purtroppo, dunque, ci troviamo di fronte all’ennesimo caso di femminicidio. Una situazione che addolora e fa indignare se si pensa che la vittima aveva presentato una denuncia per stalking nei confronti di Bujar nell’ottobre scorso. Denuncia caduta miseramente nel vuoto.

Contrariamente alle voci iniziali il compagno della donna, Nicola Scapinello, non ha alcuna connessione con l’omicidio. L’uomo, che con la vittima aveva anche un figlio di 4 anni, è stato sentito dai carabinieri di Treviso e, nonostante lo stato di shock, ha fornito informazioni utili agli investigatori.

Mesi di stalking e quella denuncia sottovalutata

Vanessa oltre alle ferite al torace, presentava segni di percosse al volto e ferite alle mani, quindi probabilmente ha provato a difendersi. Bujar Fandaj, come detto, è stato fermato. Ma chi era? Bisogna tornare al 2022 quando lui e Vanessa si erano conosciuti e avevano iniziato una storia. Alla fine della scorsa estate, però, la donna aveva deciso di troncare il rapporto.

L’imbianchino tuttavia non era rassegnato e aveva dato vita ad un pressing costante. Ne era seguito un vero e proprio stalking: minacce, ricatti, pedinamenti, appostamenti nel negozio dove Vanessa lavorava tanto che la donna era arrivata a confessare al compagno il tradimento. Insieme avevano denunciato tutto ai Carabinieri lo scorso 26 ottobre.

Il magistrato competente, però, non aveva ritenuto ci fossero gli elementi per la richiesta di una misura cautelare nonostante sui cellulari di Fandaj ci fossero video in cui ricattava Vanessa. Nulla era stato fatto nemmeno di fronte ad un’irruzione nella casa della coppia e nemmeno dopo un’aggressione sul posto di lavoro in cui lui l’aveva spinta e l’aveva minacciata di ammazzarla.

L’assassinio brutale premeditato

Il finale lo sappiamo tutti e a poco conta che ora la procura abbia ammesso a posteriori che c’è stata una sottovalutazione dell’urgenza della questione. Fandaj con tutta probabilità ha premeditato l’omicidio, dato che ha scavalcato il recinto della casa di Vanessa con un borsone dentro cui c’erano un martello (con cui ha sfondato la porta finestra), due coltelli presi da casa e altri strumenti da scassinatore.

Bujar aveva pensato tutto nei minimi dettagli visto che è scappato in bici per non far registrare le targhe di eventuali veicoli e subito dopo il delitto ha spento il cellulare. Alle 21, dopo aver ucciso Vanessa intorno alle 11.30, ha persino chiamato il 112 confessando quanto fatto e sostenendo di consegnarsi il giorno successivo, ma togliendo la sim per non farsi localizzare.

Un’operazione che però non è servita dato che è stato fermato a casa mentre cercava di lavarsi i segni dal corpo. Sul mobile c’erano pronti il passaporto e una nuova utenza telefonica comprata il giorno prima: sarebbe fuggito nel nulla.

Ogni giorno speriamo di non dover più dare conto di un altro femminicidio, ma in cuor nostro sappiamo che – come Giulia non è stata l’ultima – nemmeno Vanessa lo sarà. L’ennesima vittima di uomini che non si rassegnano ad un “no” e che, non potendo “avere” quella che considerano la propria donna, decidono di porre fine brutalmente alla loro vita.

Discorso più ampio si potrebbe fare per una giustizia che di nuovo non è da parte delle donne, che sottovaluta le minacce e che spinge altre donne a non denunciare, tanto come si è visto decine di volte sanno di non essere protette. Ora però un altro figlio non verrà alla luce e un altro figlio non avrà più una mamma, in una mattanza che non sembra avere fine.

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