Fu il primo sterminio di massa del XX secolo e ora anche gli USA riconoscono ufficialmente il genocidio armeno

La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato in modo schiacciante una risoluzione che di fatto riconosce il genocidio armeno avvenuto all'inizio del XX secolo. Immediata la reazione della Turchia che (come al solito) non ci sta e chiede un incontro con l’ambasciatore Usa ad Ankara.

La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato in modo schiacciante una risoluzione che di fatto riconosce il genocidio armeno avvenuto all’inizio del XX secolo. Immediata la reazione della Turchia che (come al solito) non ci sta e chiede un incontro con l’ambasciatore Usa ad Ankara.

Con 405 voti a favore e solo 11 contrari, è passata alla camera bassa del parlamento statunitense la risoluzione per commemorare il genocidio degli armeni, un vero e proprio sterminio di massa avvenuto tra il 1915 e il 1923.

Durante e immediatamente dopo la prima guerra mondiale, i turchi ottomani uccisero o deportarono circa 1 milione e mezzo di armeni, una minoranza cristiana nel loro impero che era prevalentemente musulmano.

Tutto iniziò il 24 aprile 1915 con l’arresto di oltre 2000 persone ad Istanbul che furono poi giustiziate o deportate e rese schiave. Il Metz Yeghern (grande male), così lo chiamano gli armeni, era solo all’inizio della sua triste storia fatta di lavori forzati, fame, malattie e soprusi di ogni genere. Il tutto fu giustificato con l’accusa di alto tradimento all’impero, che nel frattempo si stava smembrando, da parte dei notabili e gli intellettuali armeni.

La Turchia da sempre nega che ci sia stato effettivamente un tale massacro e ammette solamente che, all’interno di un conflitto combattuto da ambo le parti, sostanzialmente una guerra civile, ci sono stati numerosi morti (e smentiscono anche i numeri relativi agli armeni). Non si è trattato dunque, a loro dire, di un genocidio pianificato e basato su un discorso di etnia o religione.

Il resto del mondo però, non la pensa come il governo di Ankara. Nel 1973 la Commissione dell’Onu per i diritti umani ha riconosciuto ufficialmente lo sterminio degli armeni da parte dell’Impero ottomano. E sono circa 30 ormai le nazioni del mondo che ammettono l’evidenza dei fatti (tra l’altro ben documentata da foto e altri materiali storici conservati in alcuni archivi): gli armeni subirono un genocidio, il primo del XX secolo e di probabile ispirazione per un altro massacro tristemente noto che si è verificato qualche decennio più tardi: l’olocausto.

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Di tempo ne è servito per dare voce e dignità a così tante vittime. Ci sono voluti circa 100 anni per far ammettere questo genocidio al mondo intero. L’Italia lo ha fatto ufficialmente solo ad aprile di quest’anno con una mozione della Camera ma ora anche gli Stati Uniti, con un peso decisamente maggiore, sono arrivati alla stessa conclusione.

Non si sono fatte attendere le proteste della Turchia, che ha definito la risoluzione “priva di qualunque base storica e giuridica” e ha subito convocato l’ambasciatore Usa ad Ankara per discutere della questione.

La storica decisione Usa arriva tra l’altro in un momento già molto delicato dei rapporti con la Turchia. Tra le altre votazioni alla camera c’è stata anche la richiesta al presidente Donald Trump di nuove sanzioni e altre restrizioni contro la Turchia a causa di quanto sta avvenendo in Siria.

Il tutto rende più difficile e imbarazzante la visita prevista per il 13 novembre del presidente turco Erdogan alla Casa Bianca.

La decisione è stata ovviamente accolta con soddisfazione dai circa due milioni di armeni-americani, quasi tutti discendenti dai sopravvissuti al genocidio, che ogni 24 aprile ricordano il massacro che ha subito il loro popolo. Purtroppo però nel mondo ci sono ancora tanti genocidi dimenticati…

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Francesca Biagioli

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