Potremmo parlare di una piccola rivincita dell’uomo di Neanderthal che almeno 20mila anni prima dell’arrivo dei Sapiens dall’Africa all’Europa, sapeva già dipingere. Un nuovo studio dimostra che fu lui l’inventore della pittura rupestre.
Potremmo parlare di una piccola rivincita dell’uomo di Neanderthal che almeno 20mila anni prima dell’arrivo dei Sapiens dall’Africa all’Europa, sapeva già dipingere. Un nuovo studio dimostra che fu lui l’inventore della pittura rupestre.
Da sempre considerata come una specie di serie B, adesso finalmente l’uomo di Neanderthal viene accreditato come un essere intelligente che sapeva dipingere e usare anche perfino il linguaggio in maniera razionale.
Ne sono convinti gli scienziati che hanno pubblicato un nuovo studio su Science e Science Advances, secondo cui i Neanderthal avrebbero dipinto grotte con animali, clave, linee geometriche e lasciato in eredità conchiglie dipinte di rosso. Nello specifico, i ricercatori hanno trovato più di dodici esempi di pitture rupestri risalenti a più di 65mila anni fa (epoca in cui non c’era ancora il Sapiens). Nella Cueva de los Aviones, una caverna nel sud-est della Spagna sono state rinvenute poi perle perforate e pigmenti di almeno 115mila anni fa.
“I reperti rinvenuti sono i più antichi oggetti di ornamento personale noti finora in tutto il mondo e precedono di 20 mila o 40 mila anni qualsiasi oggetto lontanamente simile scoperto nel continente africano. E a realizzarli furono i Neanderthal”, spiega João Zilhão, archeologo dell’Università di Barcellona nello studio.
Pitture rupestri nella grotta spagnola
Per datare le pitture spagnole è stato usato il metodo dell’uranio-torio che ha ribaltato appunto la concezione che finora avevamo dell’uomo di Neanderthal, considerato sempre inferiore all’homo Sapiens.
“Un ritrovamento che mostra definitivamente il grado di sviluppo raggiunto da specie sicuramente più involute del cosiddetto ‘homo habilis’, ma in grado di elaborare pensieri e con capacità di astrazione”, sostengono i ricercatori dell’Università di Trento, che hanno fatto parte dell’équipe degli autori dello studio.
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Insomma una scoperta sorprendente che va in un certo senso a riscrivere la preistoria antica e conclama l’uomo di Neanderthal come un ominide intelligente e capace di pensare razionalmente come dimostrano segni geometrici ritrovati nelle caverne.
Dominella Trunfio