Ucraina: si tenta la mediazione, il premier israeliano Bennett incontra Putin al Cremlino

Il primo ministro israeliano è volato a Mosca per incontrare Putin e mediare sulla guerra che sta devastando l'Europa orientale

La guerra in Ucraina non sembra volersi arrestare e nell’undicesimo giorno del confitto sono saltate le tregue che avrebbero dovuto garantire l’evacuazione della popolazione ed i corridoi umanitari per mettere in salvo i civili rimasti bloccati nei territori colpiti dagli attacchi russi, in particolare Mariupol.

L’offensiva prosegue e rimandati nuovamente i secondi negoziati tra le delegazioni di Russia e Ucraina, si segue la via della mediazione con il primo ministro israeliano Naftali Bettett che nella giornata di ieri, sabato 5 marzo, è volato a Mosca per incontrare di persona il presidente Vladimir Putin.

Bennett aveva annunciato all’amministrazione Biden la sua volontà di voler intervenire in qualità di mediatore tra i due paesi per poi proseguire il suo viaggio a Berlino dal cancelliere Scholz. L’incontro al Cremlino sulla questione ucraina sarebbe durato tre ore, seguito da una telefonata al presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy.

Bennett è stato accompagnato dal ministro Ze’ev Elkin – di origine ucraina che aveva preso parte ai precedenti incontri tra i primi ministri israeliani e Putin – nonché dal consigliere per la sicurezza nazionale Eyal Hulata e dal consigliere politico Shimrit Meir. Elkin aveva già intrapreso una funzione mediatrice in loco, incontrato lo scorso mercoledì l’ambasciatore russo in Israele e sabato ha ospitato nel paese l’ambasciatore ucraino per un colloquio diretto.

Subito dopo il meeting russo, Bennett si è recato a Berlino dove ha discusso con il cancelliere Olaf Scholz la corrente drammatica situazione e si è messo in contatto con altri leader di Stato. Anche il premier francese Emmanuel Macron era stato avvistato del tentativo di mediazione israeliano.

Intanto in Israele la notizia del colloquio Bennett-Putin è stata accolta positivamente, ma non sono mancate le proteste fuori l’abitazione del primo ministro nella città di Ra’anana chiedendo Ra’anana di unirsi alle sanzioni occidentali sulla Russia e di accogliere più profughi ucraini. In Israele sono arrivati al momento solo pochi ebrei ucraini, i primi a cui il paese ha aperto le porte. Tra questi vi sono però tanti orfani ebrei di un centro colpito dai russi.

Fonte: haaretz

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