Turco meccanico, l’ingegnosa macchina del 18esimo secolo per giocare a scacchi che ha ingannato tutti per oltre 60 anni, anche Napoleone

Uno strumento ingegnoso, un macchinario automatizzato costruito dal visionario ungherese Wolfgang von Kempelen e che ha fatto credere a giocatori di mezza Europa di poter sfidare un giocatore automatizzato

In un’epoca di intelligenza artificiale, bot e realtà virtuale è la normalità sfidare avversari veri o meno in qualunque parte del mondo. Nel 1700 le cose erano ben diverse: si viaggiava in carrozza o in nave, si leggevano solo giornali cartacei o libri, si scrivevano lettere e il tempo sembrava passare in modo molto più lento.

Anche nelle corti dei regnanti europei si cercavano modi per divertirsi e far trascorrere piacevolmente le giornate, occasioni che potevano rappresentare la fortuna di artisti e non solo.

Una macchina ingegnosa alla corte d’Austria

Nel 1769 un mago stava intrattenendo l’imperatrice Maria Teresa d’Austria; la performance d’illusione ha ispirato lo scrittore ungherese Wolfgang von Kempelen che l’anno successivo presentò il Turco Meccanico un giocatore-manichino con tanto di turbante e abiti tipici dell’epoca, poggiato su un grande cubo di legno che ospitava ingranaggi nascosti da vari sportelli, capace di confrontarsi con qualsiasi giocatore. Fu un successo incredibile.

Ricostruzione del Turco Meccanico

©Wikipedia – Immagine di pubblico dominio

Un fenomeno inarrestabile

Il macchinario e il suo inventore iniziarono un tour in Francia nel 1783 con tappe a Parigi e Versailles, vincendo (e perdendo) alcune partite con i più abili scacchisti dell’epoca, divertendo sfidanti come l’ambasciatore USA Benjamin Franklin. Kempelen e il Turco si trasferirono a Londra, poi Lipsia, Amsterdam e di nuovo a Vienna.

Alla morte dell’inventore, nel 1804, la macchina divenne di proprietà del musicista bavarese Johann Nepomuk Mälzel e continuò il tour: sfidò Napoleone in varie partite prima di intraprendere un lungo viaggio tra Parigi, Milano, New York, Boston fino a L’Avana. Durante il viaggio di ritorno, Mälzel morì: il Turco, messo all’asta, divenne proprietà di John Kearsley Mitchell di Filadelfia, medico personale di Edgar Allan Poe.

Il macchinario venne infine donato al Museo cinese di Charles Willson Peale dove venne compromesso da un incendio scoppiato il 5 luglio 1854.

Un bluff lungo oltre 60 anni

Nel corso delle apparizioni di questo macchinario diverse persone cercarono di scoprire il suo funzionamento. C’era chi aveva ipotizzato che dentro la base in legno ci fosse un bambino. Lo scrittore e poeta Edgar Alla Poe nel 1836 dedicò uno scritto ai dubbi circa i movimenti di questo giocatore, il numero eccessivo dei componenti meccanici e sull’incapacità di vincere tutte le partite. Tanta meraviglia e anche molto dubbi, leciti.

Come funzionava questo turco?

Dall’esterno, la macchina sembrava una scultura in legno con un manichino a grandezza naturale posato su un mobile: il braccio destro era poggiato su questa struttura, quello sinistro teneva una pipa vintage. La parte frontale del mobile aveva 3 ante che custodivano un complesso sistema meccanico; lo spazio occupato era parziale in quanto restava un vano, dotato di una sedia scorrevole, occupato da un abile giocatore “occulto”. Lo sguardo del manichino era fisso sulla parte alta del mobile dove era posizionata una scacchiera collegata a una interna, numerata da 1 a 64, tramite dei magneti necessari per riprodurre le mosse del giocatore esterno.

Sfide in chiaro-scuso

Le partite si svolgevano in penombra e per un massimo di un’ora: si azionava il rumoroso macchinario mentre il giocatore all’interno iniziava a muoversi illuminato da una candela. Il fumo usciva dal turbante e nessuno si insospettì perché due candelabri erano posizionati per illuminare la scacchiera. Le varie caselle erano munite di due fori, uno utile per posizionare il braccio del Turco collegato al vero giocatore tramite una barretta di metallo.

Ecco svelato l’ingegnoso meccanismo che ha tenuto sulle spine esperti e curiosi per tantissimi anni. Il turco meccanico è stato ricostruito, utilizzando la scacchiera originale, e completato nel 1984. Nel 2005 è stato fonte di ispirazione per l’Amazon Mechanical Turk (MTurk), un crowdsourcing per programmatori informatici.

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FONTI: ChessGames/MTurk

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