La multinazionale statunitense dei contenitori alimentari (e non) Tupperware è in crisi e le sue azioni sono crollate del 50%. Riuscirà a risollevarsi o è la fine di un'era (quella delle riunioni in casa per vendere i prodotti)?
Quando dobbiamo conservare dei cibi cucinati in frigo o freezer, ma soprattutto se vogliamo portarli con noi durante scampagnate e picnic, ci serviamo di contenitori appositi e dotati di coperchio, il più delle volte realizzati in plastica.
La marca più nota a livello internazionale che produce questi utensili è la Tupperware, famosa a tal punto che a volte il nome stesso dell’azienda è diventato sinonimo di contenitore alimentare.
Ora però arrivano brutte notizie che riguardano proprio la nota multinazionale americana, leader nel settore della produzione e distribuzione di utensili per la cucina e articoli in polietilene e polipropilene.
Cosa è successo? Qualche giorno fa, in un documento normativo, il produttore ha affermato che esistono: “sostanziali dubbi sulla capacità della società di continuare a funzionare” e che sta lavorando con l’aiuto di consulenti finanziari per trovare fondi utili a portare avanti l’azienda.
Sembra che il debito raggiunga quasi 700 milioni di dollari e la società ha fatto sapere che sta valutando licenziamenti e rivedendo il suo patrimonio immobiliare con l’intento di risparmiare e riuscire a resistere.
In parole povere, Tupperware non se la passa affatto bene e quanto messo nero su bianco dai responsabili della mutlinazionale ha portato ad un effetto disastroso sulle azioni della società che sono scese di quasi il 50% in pochi giorni.
Ma non è ancora tutto, la Borsa di New York ha fatto sapere che le azioni di Tupperware rischiano addirittura di essere cancellate dalla quotazione, perché non è stata presentata la relazione annuale richiesta.
Perché Tupperware è in crisi?
Tupperware resiste sul mercato da ben 77 anni ma i competitor sono ormai numerosi e spesso hanno prezzi più competitivi. È vero che negli ultimi anni l’azienda ha cercato di attirare i clienti più giovani con prodotti innovativi e alla moda ma sembra che ciò non sia bastato per rilanciarla al meglio.
Ma non è questo l’unico problema, c’è anche il forte calo del numero di venditori (ricordiamo che i prodotti Tupperware sono principalmente distribuiti attraverso canali di vendita diretta, ad esempio incontri e riunioni tra amici nelle case). Ulteriore svantaggio è la minore disponibilità di denaro delle famiglie per poter acquistare prodotti per la casa.
Tupperware sembra non essere riuscita a “svecchiare” la sua proposta e in tempi di crisi come questa, neanche l’accordo con Target Corporation, catena di grandi magazzini americani, è riuscita a risollevare l’azienda. Le vendite nel 2022, infatti, sono diminuite del 20%.
La multinazionale dei contenitori alimentari riuscirà a risollevarsi ancora una volta (già nel 2020 non se l’era passata propriamente bene)? O l’era Tupperware è destinata a finire?
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Fonte: CNN
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