La tribù indonesiana che da anni combatte contro le multinazionali per le terre ancestrali

‘Preferiamo morire piuttosto che perdere le nostre terre ancestrali’, ancora una volta, una piccola comunità dell’isola di Sumatra è al centro di una battaglia per salvaguardare un territorio, sempre più minacciato dalle multinazionali.

‘Preferiamo morire piuttosto che perdere le nostre terre ancestrali‘, ancora una volta, una piccola comunità dell’isola di Sumatra è al centro di una battaglia per salvaguardare un territorio, sempre più minacciato dalle multinazionali.

Gli anziani del villaggio pianificano come e cosa fare dopo la notizia che l’ispettore locale vuole dare un pezzo di foresta in mano ad una multinazionale che dalla corteccia degli alberi estrae il benzoino, una sostanza simile all’incenso. Da anni, c’è sempre una continua preoccupazione.

“Continuiamo la battaglia. È l’unica opzione, onestamente, molti di noi preferirebbero morire piuttosto che perdere””, spiega Arnold Lumban Batu, membro della comunità.

La loro è una lotta storica che interessa decine di milioni di persone in Indonesia. Gli indigeni di Pandumaan-Sipituhuta vorrebbero cambiare le regole del capitalismo che viola di diritti secolari, per questo sostengono il presidente Joko Widodo sperando che egli gli conceda il controllo legale delle terre ancestrali.

Da secoli, gli attivisti per i diritti umani e gli ambientalisti sostengono la comunità condannando una dittatura violenta che spesso gli sottrae interi villaggi costringendoli a spostarsi.

Un disegno appoggiato dal governo locale che penalizza le tribù indigene. A Pandumaan, gli abitanti si svegliano molto presto e vanno a lavorare nella foresta dove estraggono il benzoino.

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Una sostanza che fa gola a molti e per questo che ricevono minacce di morte e continui attentati contro le loro capanne, ma gli indigeni non si arrendono.

“Sono sempre presente in ogni protesta e azione diretta che dobbiamo affrontare”, dice Rusmedia Lumban Gaol, uno degli anziani della comunità.

Il problema, come dicevamo, riguarda numerose tribù, quando Widodo è stato eletto presidente nel 2014 è stato considerato come un rivoluzionario impegnato nel sostegno dei diritti degli indigeni.

Ma con il tempo le cose non stanno andando proprio così perché gli investitori aumentano e con loro anche la voglia di trarne profitti. Una soluzione, secondo gli esperti, potrebbe essere quella di affittare porzioni di terra.

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Gli indigeni continuerebbero a lavorare nelle terre riuscendo a sopravvivere estraendo benzoino, fornendo legno e olio di eucalipto. Ma l’accordo tarda ad arrivare e sono di più le tribù che alla fine si arrendono.

Le multinazionali dal canto loro, negano di aver violato le leggi e sostengono che se il governo locale deciderà di cambiare la legislazione, si adegueranno alla nuova situazione.

Altre tribù che lottano:

Secondo l’Associazione dei Popoli Indigeni dell’Arcipelago (Aman), gli indigeni che rappresentano un terzo della popolazione indonesiana, vivono in costante lotta per le terre ancestrali, considerate non loro, e di conseguenza da non rivendicare.

Dominella Trunfio

Foto cover: Nova Wahyudi / Antara Foto Agency / Reuters

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