L’orrore della strage dei bimbi nativi: trovate altre 160 tombe senza nome in un’ex scuola di rieducazione

Più di 160 tombe di bambini che non avranno mai un nome sono state scoperte in un ex scuola residenziale sulla costa occidentale del Canada

Più di 160 tombe di bambini che non avranno mai un nome sono state scoperte nel terreno adiacente a un’ex scuola residenziale sulla costa occidentale del Canada. Ad annunciarlo in una nota congiunta è la tribù Penelakut che vive nella Columbia Britannica che racconta ancora una volta, il dramma dell’assimilazione forzata che come sappiamo ha distrutto la vita di centinaia di bambini indigeni allontanati con la forza dalle loro famiglie per cancellare la loro identità.

Le tombe sono state trovate nelle isole meridionali del Golfo della provincia, un tempo sede della Kuper Island Residential School. Di recente, la stessa triste scoperta era stata fatta nella Columbia Britannica e nella provincia del Saskatchewan. Vi avevamo già parlato di queste scuole cattoliche nate durante il periodo della colonizzazione: bambini e adolescenti venivano allontanato dalle famiglie e portati in questi istituti con l’intento di educarli alla cultura dominante. Anime innocenti che dovevano cancellare dalla loro vita usi, costumi e tradizioni delle loro comunità indigene. E per convincerli si usavano violenze fisiche e sessuali, come documentato dal National Center for Truth and Reconciliation che stabilisce che tra il 1863 e il 1998, più di 150.000 bambini indigeni sono stati allontanati dai loro villaggi.

Genitori che non hanno visto mai più i loro bambini, i cui corpi adesso giacciono senza nome, in queste tombe scoperte nelle ultime settimane dopo dozzine di indagini condotte con dei radar che penetrano nel terreno delle ex scuole residenziali in tutto il paese.

“È impossibile superare atti di genocidio e violazioni dei diritti umani. Il fardello è troppo grande. Dobbiamo ancora affrontare il trauma. Ogni volta che lo facciamo, è possibile guarire un po’ di più”, ha affermato la tribù Penelakut in una dichiarazione pubblicata dalla vicina tribù Cowichan sulla sua pagina Facebook.

In un documentario del 1997, i sopravvissuti della Kuper Industrial School la descrivono come “l’Alcatraz canadese”, in cui avveniva di tutto. Alcuni bambini sono addirittura morti annegati per sfuggire alle violenze sessuali.

“Molti dei nostri fratelli e sorelle delle comunità vicine hanno frequentato la Kuper Island Industrial School. Con enorme dolore, diciamo che molti non sono tornati a casa”, ha detto la tribù nella dichiarazione.

La tribù Penelakut ha annunciato alle tribù e alle comunità vicine che nelle prossime settimane ci saranno delle “sessioni di guarigione” e una marcia per i bambini “persi”. La scuola ha operato dalla fine del XIX secolo fino alla sua chiusura nel 1975. Il governo canadese ha affermato che finanzierà ulteriori indagini per ricercare eventuali altre tombe e ha fatto un mea culpa per non averlo fatto prima.

“Il mio cuore è spezzato per la tribù Penelakut e per tutte le comunità indigene del Canada. Riconosco che queste scoperte non fanno che aumentare il dolore che le famiglie, i sopravvissuti e tutte le popolazioni e comunità indigene stanno già provando e che riaffermano una verità che conoscono da tempo. Tribù Penelakut, siamo qui per voi”, ha detto il primo ministro Justin Trudeau durante una conferenza stampa a Ottawa.

 

La Commissione per la verità e la riconciliazione ha riferito che più di 4mila bambini indigeni nelle scuole residenziali sono morti per negligenza o abusi. Un dramma che difficilmente le comunità delle First Nation riusciranno a superare.

Fonte: Pen elakut Tribe

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