Passeggiare nella natura con lo psicologo: nasce la terapia all’aperto

La terapia psicologica all'aperto consente di sfruttare i benefici dati dal contatto con la natura garantendo la sicurezza dei pazienti

Il Covid ha trasformato diversi aspetti della nostra vita, incluso il modo in cui lavoriamo. Molti professionisti, tra cui anche psicologi, psicoterapeuti e psichiatri, durante l’emergenza sanitaria hanno sostituito le sedute con i propri pazienti con consulenze online.

Grazie alla tecnologia, molte persone hanno potuto proseguire i percorsi terapeutici ma affrontare determinate problematiche attraverso lo schermo di un computer per alcuni non è stata un’esperienza ideale.

Per riuscire a conciliare la necessità di incontrare i pazienti di persona e quella di difendersi da un eventuale contagio, diversi professionisti hanno sperimentato un nuovo metodo di terapia. Si tratta della terapia outdoor, che combina le consulenze con i benefici dati dal contatto con la natura.

Il metodo è diventato sempre più popolare durante l’ultimo anno e molte associazioni di psicologi stanno offrendo linee guida per abbandonare le quattro mura dello studio e portare le sedute all’esterno, così da poter garantire riservatezza e sicurezza.

Riconnettersi con la natura offre di per sé già enormi benefici. Il colore verde di prati, boschi e parchi aiuta a rilassarsi, così come il blu di corsi d’acqua. Frequentare gli stessi spazi verdi durante le diverse stagioni è utile per comprendere alcuni aspetti della vita importanti, come l’inevitabilità di cambiamenti e trasformazioni comuni nei paesaggi naturali e nelle nostre esistenze.

La terapia all’aperto, nei parchi urbani, nei giardini pubblici o nei boschi fuori città, aggiunge poi diversi altri benefici rispetto alle sedute in uno spazio chiuso. A contatto con la natura, infatti, molte persone diventano più riflessive e consapevoli e riescono ad aprirsi maggiormente riguardo le loro emozioni.

Passeggiando all’aperto, si riduce l’agitazione data dal contatto visivo forzato che si ha in uno studio e viene favorita l’elaborazione di pensieri e problemi. Il movimento, poi, migliora il benessere generale agendo sulla pressione sanguigna e sul rilascio di neurotrasmettitori.

Grazie al movimento, il professionista può ottenere numerosi indizi sui sentimenti dei pazienti studiando il linguaggio del corpo, il modo in cui camminano, le direzioni che preferiscono, i luoghi in cui decidono di fermarsi o sedersi e, in generale, la risposta all’ambiente esterno e alle condizioni climatiche.

Questo nuovo modo di affrontare la terapia mostra come i benefici dati dagli spazi verdi possano essere sfruttati in diversi ambiti e dovrebbe far riflettere sull’importanza di tutelare e valorizzare parchi, giardini e boschi, indispensabili per il nostro benessere.

Fonti di riferimento: Nature Therapy School/ADADSU

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