L'alpinista altoatesina Tamara Lunger ha portato a segno un nuovo traguardo e questa volta per una causa importante. L'atleta ha scalato infatti la vetta più alta dell'Africa, il Kilimanjaro, in Tanzania, nell'ambito di un programma volto a contrastare le mutilazioni genitali femminili, che ancora vengono praticate in diversi Paesi
Tamara Lunger ha voluto portare a termine questa “missione” per risvegliare l’attenzione di tutti su un tema di cui spesso si parla troppo poco, quello dell’infibulazione e di altre pratiche di mutilazione femminile, la cui tradizione in alcune comunità (come quella Masai visitata e sostenuta da Tamara Lunger) sopravvive ancora.
https://www.facebook.com/tamaralunger/posts/pfbid02SUwFDzgqc4rCe3qyjCxzsDWvsH6EuXqCJoNi2DA92wbrWPaBPEPxMekY5GVo2Z1Wl
Nonostante possa sembrare quasi impossibile che nel 2022 ancora si pratichino le mutilazioni femminili, bisogna essere coscenti che queste tradizioni resistono e che, per cercare di aiutare le comunità a superarle, è necessario del tempo e procedere con calma e intelligenza, utilizzando tutto il sostegno da parte di varie figure professionali e magari proponendo dei riti di passaggio sostitutivi che non prevedono tagli e violenze sulle donne.
Come ha scritto Tamara Lunger in un post su Facebook, dopo la scalata del Kilimanjaro:
Non è finita qui. È stata solo una piccola parte di un grande progetto organizzato da @circleassociationforinternational insieme alla suora Giuliana e frate Kalistus in Africa. Sarà un grande progetto di un anno, che coinvolgerà 900 persone, tra cui medici, psicologi, ostetriche ecc. che formeranno tagliatrici, capi villaggio, uomini e donne dei diversi clan Maasai. Vogliamo rispettare la loro cultura e la loro tradizione, ma vogliamo renderli consapevoli dell’unicità di ogni essere umano e della sacralità della sessualità e del corpo femminile. Perché una donna non dovrebbe mai trovare piacere nella relazione sessuale? non si tratta solo di questo. Ascessi, complicazioni, AIDS e persino la morte.
https://www.facebook.com/tamaralunger/posts/pfbid079ZrczL2hM5gan7kYwtVc9uzsiU8NLZW6XM3FPqBe6zSCZcimhjkLUbGYoXa92q3l
Tamara Lunger si sta impegnando dunque per migliorare le vita delle donne della comunità Masai e sogna il giorno in cui finalmente queste (ma in realtà tutte le donne in ogni parte del mondo), non saranno più vittime di violenze mascherate da tradizioni e potranno scegliere liberamente cosa fare: magari diventare medico, insegnante o, perché no, pilota!
https://www.facebook.com/tamaralunger/posts/pfbid02Z7gZQkykQiX8C5PvJx8tcn2r7G9zYkvAC1gS9x9Lnw9ysd5NW3EkV4PdJ4osC2Y3l
Quando abbiamo chiesto alle bambine se si vogliono sposare hanno detto tutte in coro: NO!! Quando abbiamo chiesto cosa volessero fare da grandi, hanno risposto: medico, insegnante, fino al pilota. È bellissimo, vero? Ma una volta infibulate la loro vita è predeterminata: se vanno a scuola, devono andarsene, sposarsi, avere figli e diventare una moglie che deve condividere l’uomo con altre donne. Farò del mio meglio per vedere prima o poi una ragazza Masai volare come pilota. Sarebbe fighissimo! Questo pensiero mi commuove davvero!
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonte: Tamara Lunger Facebook
Leggi anche:
- “Sposerò una ragazza non mutilata”, il ragazzo Maasai contro le mutilazioni genitali femminili
- Mutilazioni genitali femminili: quei tagli indelebili sulle bambine che lacerano il corpo e violano l’anima
- La coraggiosa madre che sta lottando contro le mutilazioni genitali per salvare le sue figlie e tutte le bambine dell’Uganda
- Vittoria storica in Sudan: vietate le mutilazioni genitali femminili
- Egitto, inasprita la legge contro le mutilazioni genitali femminili