Si tratta di una sentenza storica che riporta il Paese drammaticamente indietro di quasi cinquant'anni e che avrà conseguenze imprevedibili
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che l’aborto non è un diritto espresso dalla Costituzione e che pertanto non può essere praticato nel Paese. La nuova decisione ha scatenato il caos in tutto il territorio nazionale, con il proliferare di proteste di piazze di donne e uomini che esprimono il loro dissenso di fronte a una decisione che riporta il Paese indietro di cinquant’anni.
Era il 1973, infatti, quando lo stesso organo della Corte Suprema aveva reso legale l’aborto a livello federale, lasciando ai singoli Stati l’autonomia di decidere su un tema così delicato. Ora la situazione è rovesciata: sei giudici della Corte su nove hanno espresso voto favorevole alla sentenza secondo cui la Costituzione degli Stati Uniti non conferisce il diritto all’aborto.
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I voti favorevoli provengono tutti dall’ala conservatrice del Paese: sono infatti i giudici Roberts, Kavanaugh, Barret, Gorsuch, Alito, e Thomas (tre di questi nominati dall’ex Presidente Donald Trump durante il suo mandato) ad aver ribaltato la storica sentenza del 1973. I tre giudici Stomayor, Kagan, e Breyer hanno espresso voto contrario.
Ma cosa significa nel concreto? La decisione della Corte permetterà nuovamente ai singoli Stati di vietare l’aborto in ogni momento della gravidanza. Già ventisei Stati sono disposti ad eliminare la possibilità per le donne di abortire con effetto immediato.
Ciò vuol dire che, dal momento stesso della fecondazione, una donna non ha più possibilità di abortire – indipendentemente dalla modalità di concepimento del bambino. In pratica, anche se il bambino è figlio di uno stupro o di una violenza domestica, la donna dovrà darlo alla luce lo stesso.
Le conseguenze di questa sentenza storica le possiamo solo immaginare. Migliaia di donne americane alle prese con gravidanze indesiderate o con le conseguenze di stupri non potranno scegliere liberamente cosa fare del proprio corpo, mentre moltissime altre si rivolgeranno certamente alla pratica degli aborti clandestini, mettendo a repentaglio la propria salute e la possibilità, in futuro, di concepire altri figli.
Si tratta di un altro colpo inflitto alla libertà individuale delle donne. Ciò che fa più rabbia è vedere il voto favorevole provenire da donne – come nel caso della giudice Amy Coney Barrett, antiabortista convinta, che ha paragonato il diritto delle donne americane all’aborto alla pena di morte.
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Fonte: BBC World
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